Quattro bandi per incentivi alle imprese, con un valore complessivo di 1,3 miliardi, si aprono ufficialmente tra il 18 settembre e il 18 ottobre
INDUSTRIA – Il 18 settembre partono le domande per gli Accordi di innovazione, tra il 10 e il 18 ottobre quelle per l’Ipcei microelettronica, per gli investimenti 4.0 al Sud e per la transizione industriale
L’incrocio delle scadenze, che arriva nel mezzo del lavoro tecnico che il governo sta svolgendo per valutare proroghe e novità con la prossima legge di bilancio, ad esempio per Industria 5.0, riguarda misure del ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) per innovazione e investimenti produttivi.
1 Accordi di innovazione
Con una disponibilità di 175 milioni, dal 18 settembre si apre un nuovo sportello per gli Accordi di innovazione. Questa tornata è riservata alle imprese meridionali (di Basilicata, Calabria, Campania, Molise Puglia, Sicilia e Sardegna) che avevano già presentato domanda per il secondo sportello degli Accordi aperto sulla base di un decreto Mimit del 31 dicembre 2021, ma per mancanza di risorse non erano state ammesse alla fase istruttoria. La dote deriva dai fondi europei, in particolare dal Programma nazionale ricerca e competitività 2021-2027, e le domande potranno essere presentate, fino al 6 ottobre, all’indirizzo Pec fondocrescitasostenibile@postacertificata.mcc.it. Finanziabili progetti di ricerca e sviluppo realizzati da una Pmi o piccola impresa a media capitalizzazione anche in collaborazione con altre imprese non di grandi dimensioni o con organismi di ricerca.
2 Transizione industriale
Al via il 10 ottobre le domande per gli incentivi in forma di contributo a fondo perduto del Fondo per il sostegno alla transizione industriale istituito dalla legge di bilancio del 2022. Il decreto della Dg Incentivi del Mimit mette a disposizione 300 milioni di cui la metà a favore delle imprese energivore. Possono concorrere le imprese che presentano programmi di investimento per una maggiore efficienza energetica e per l’economia circolare. La domanda può essere presentata da imprese di qualsiasi dimensione, su tutto il territorio nazionale, dalle 12 del 10 ottobre 2023 e fino alle 12 del 12 dicembre utilizzando la piattaforma informatica sul sito del soggetto gestore (www.invitalia.it).
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3 Microelettronica
Una differente procedura riguarda il secondo Ipcei (important projects of common european interest) per progetti di innovazione nella microelettronica, per il quale sono disponibili 450 milioni a valere sul Pnrr. In questo caso c’è già un gruppo di imprese e centri di ricerca ammissibili, che dovranno però presentare i progetti al ministero, per la valutazione finale, sulla base di un decreto direttoriale che fissa procedure e termini: dal 15 ottobre al 15 dicembre. L’Ipcei Microelettronica 2 dell’Italia è stato autorizzato dalla Commissione europea lo scorso giugno insieme a proposte di aiuti nello stesso campo arrivate da Austria, Repubblica ceca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia e Spagna. Le imprese e gli organismi di ricerca italiani ammissibili sono Memc Electronic Materials spa, Menarini Silicon Biosystems spa, Siae Microelettronica spa, STMicroelectronics, Cnr, Fondazione Bruno Kessler.
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4 Investimenti 4.0 al Sud
Il 18 ottobre tocca alle imprese interessate agli incentivi per investimenti sostenibili 4.0 al Sud (Molise, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna). Il decreto direttoriale detta le regole di accesso per 400 milioni, a valere sui fondi Ue del Pon Ricerca e competitività 2021-27, che finanziano programmi di investimento che siano coerenti con il piano Transizione 4.0 e funzionali al raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali fissati dalla Ue. Possono accedere piccole e medie imprese in regime di contabilità ordinaria e che dispongono di almeno due bilanci approvati e depositati presso il Registro delle imprese oppure che abbiano presentato, se si tratta di imprese individuali e società di persone, almeno due dichiarazioni dei redditi. Domande, dalle 10 alle 17 di tutti i giorni lavorativi, dal lunedì al venerdì, a partire dal 18 ottobre tramite la procedura informatica sul sito www.invitalia.it.
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Fonte IL SOLE 24 ORE DEL 14/09/2023
Ricerca e innovazione, 300 milioni alle Pmi del Sud
I progetti devono avere durata superiore a 18 mesi ma inferiore a tre anni
Aiuti concessi in forma di finanziamenti agevolati e contributi diretti alla spesa
Scoperta imprenditoriale: dal ministero delle Imprese e del made in Italy arrivano 300 milioni per le imprese del Mezzogiorno. È stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 205 del 2 settembre 2023 il decreto ministeriale del 13 luglio 2023, relativo all’intervento del Programma nazionale ricerca, innovazione e competitività 2021-2027.
L’obiettivo è sostenere la valorizzazione economica dell’innovazione, nello specifico della sperimentazione e l’adozione di soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate in quelle che sono considerate le regioni meno sviluppate. Le risorse stanziate saranno distribuite in base a una procedura valutativa a sportello.
Beneficiari
Possono beneficiare dell’agevolazione le imprese, anche in forma congiunta a centri e organismi di ricerca. Nel caso di progetto realizzato unitamente da più proponenti, nella forma di contratto di rete, il numero massimo di soggetti ammessi equivale a tre, tra i quali deve essere presente almeno una Pmi. Tutti i soggetti coinvolti dovranno sostenere almeno il 10% delle spese ammissibili ciascuno.
Al momento della presentazione delle istanze, le imprese richiedenti dovranno essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, essere regolarmente costituite e trovarsi in regime di contabilità ordinaria, con almeno due bilanci approvati.
Progetti idonei
I progetti ammessi devono prevedere la realizzazione di attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, con lo scopo di creare nuovi prodotti, processi o servizi. Oltre a questo, sono ammesse anche le iniziative in grado di apportare un notevole miglioramento ai prodotti, servizi e processi preesistenti, comprovandone un avanzamento in termini tecnologici.
Pertanto, i progetti non possono limitarsi alla sola fase di ricerca ma devono anche prevedere attività connesse all’obiettivo della misura.
Le iniziative devono essere avviate dopo la presentazione della domanda e devono prevedere una durata superiore a 18 mesi ma inferiore a tre anni, fatta eccezione per eventuali proroghe concesse dal Ministero.
Spese ammissibili
Tra le voci di spesa ammissibile figurano i costi per il personale direttamente impiegato nel progetto, gli oneri per strumenti e attrezzature nuove di fabbrica nella misura e per l’arco di tempo in cui sono stati utili all’iniziativa, le spese generali e i servizi di consulenza, oltre ai materiali usati per lo svolgimento del progetto.
L’ammontare delle spese deve essere inferiore a cinque milioni ma superiore a un milione. In ogni caso, la singola impresa non può superare il limite massimo del 60% della media del fatturato registrato negli ultimi due esercizi contabili per la realizzazione delle attività.
Erogazione delle risorse
Le agevolazioni sono concesse nella forma del finanziamento agevolato, per una percentuale nominale pari al 50% dei costi e delle spese ammissibili, e del contributo diretto alla spesa, in percentuale variabile a seconda della dimensione dell’impresa: ammonta al 35% per le piccole imprese, al 30% per le medie e al 25% per le grandi.
Per quanto riguarda gli organismi di ricerca, a essi spettano solo i contributi diretti alla spesa, in percentuale pari al 60% dei costi ammissibili per attività di ricerca industriale e pari al 40% dei costi e delle spese ammissibili di sviluppo sperimentale.
Restano ancora da definire i termini di apertura e le modalità per la presentazione delle domande, che saranno rese note tramite successivo decreto direttoriale. Ciascun soggetto proponente, sia in forma singola sia congiunta, può presentare una sola domanda di accesso, che deve essere corredata di scheda tecnica con i dati del richiedente, il piano di sviluppo del progetto e l’eventuale contratto di collaborazione.
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Fonte IL SOLE 24 ORE DEL 14/09/2023
Un bonus ad hoc per la ZES UNICA SUD
Le imprese che tra il 2024 e il 2026 investiranno nelle regioni ricadenti nella Zona Economica Speciale Sud potranno usufruire di uno specifico credito d’imposta.
La Zes unica è stata istituita dall’art. 11 del decreto legge per il rilancio del Mezzogiorno, approvato dal Consiglio dei ministri il 6 settembre (si veda ItaliaOggi del 6/9/2023). Lo prevede l’art. 18 del medesimo decreto, non ancora in Gazzetta.
La ZES unica, istituita con decorrenza 1° gennaio 2024, ricomprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna. Si tratta dei territori in cui è oggi possibile fruire del credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno. In verità, l’art. 18 del decreto propone per il nuovo aiuto una disciplina del tutto simile a quella prevista per quell’incentivo dall’art. 1, c. 98-107, della legge 208/2015 e dall’art. 5 del Dl 91/2017 per fruirne nelle attuali Zes. Ma vi è di più. La nuova norma, «per quanto non espressamente previsto», richiama le disposizioni del 2015.
Considerando che gli attuali aiuti saranno fruibili entro fine anno, e stante una improbabile proroga visto il debutto nel 2024 dell’analogo credito d’imposta, le aziende che intendono investire a breve termine nei territori interessati dovranno procedere ad una valutazione di convenienza che tenga conto di diversi fattori.
Innanzitutto vi è l’incognita dei tempi entro i quali le nuove disposizioni saranno di fatto attuate. In secondo luogo si deve porre attenzione alle differenze tra le attuali discipline e la disciplina del nuovo incentivo.
L’intensità del nuovo aiuto sarà maggiore di quella attuale in quanto spetterà nella misura massima consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027. L’art. 1, c. 98, della legge 208/2015, invece, concede per il vigente credito d’imposta Mezzogiorno le meno generose intensità massime previste dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2014-2020, sia pure cessata di efficacia il 31 dicembre 2021. In compenso, però, per il nuovo credito d’imposta è previsto un valore minimo del progetto di investimento iniziale, come definito dal Regolamento (Ue) 651/2014, che non potrà attestarsi al di sotto di 200.000 euro. Il valore massimo, invece, ammonta a 100 mln, soglia prevista per il bonus fruibile nelle attuali Zes.
Analogamente a quanto stabilito dall’art. 5 del dl n. 91/2017, e diversamente da quanto avviene con il credito d’imposta Mezzogiorno, dal 2024 potranno essere incentivati anche l’acquisto di terreni e l’acquisizione, la realizzazione e l’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti. Il valore di tali investimenti, però, non dovrà eccedere il 50% del valore complessivo del progetto di investimento.
Altro aspetto di fondamentale importanza di cui tener conto nella valutazione è rappresentato dal comparto produttivo dell’aspirante fruitore degli aiuti. Infatti, anche se l’art. 18, comma 3, del decreto, analogamente all’art. 1, comma 100, della legge 208/2015, preclude il beneficio ai settori dell’industria siderurgica, carbonifera e della lignite, dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione, dello stoccaggio, della trasmissione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, della banda larga nonché ai settori creditizio, finanziario e assicurativo, non può trascurarsi la previsione dell’art. 13 relativo al «Piano strategico». Quest’ultima disposizione, nel concorrere a disciplinare il funzionamento della Zes unica, prevede che il piano strategico individui «anche in modo differenziato per le regioni che ne fanno parte, i settori da promuovere e quelli da rafforzare, gli investimenti e gli interventi prioritari per lo sviluppo della ZES e le modalità di attuazione». Potrebbe verificarsi, pertanto, che un settore produttivo oggi potenzialmente fruitore del credito d’imposta Mezzogiorno si ritrovi ad essere escluso dalle misure disposte nell’ambito della Zes unica.
Anche il comparto agricolo sembra interessato dalla Zes unica. Il credito d’imposta, infatti, potrà essere invocato dal settore della produzione primaria «nei limiti e alle condizioni previsti dalla normativa europea in materia di aiuti di Stato nei settori agricolo, forestale e delle zone rurali e ittico». Da notare, infine, che la norma non opera alcuna preclusione soggettiva dettata dalle modalità di determinazione del reddito delle imprese aspiranti al beneficio.
PER SAPERNE DI PIU leggi anche Zona economica speciale unica – CREDITO D’IMPOSTA esteso a tutto il Sud
Fonte ITALIA OGGI 14/09/2023
Decreto Sud e nuovi aiuti: guida in pillole
Favorire il rilancio economico del Mezzogiorno d’Italia, varando specifiche misure mirate alla crescita e al consolidamento delle aree del Sud al fine di renderle più idonee per lo sviluppo e per la crescita del sistema produttivo: è questo l’obiettivo finale del Decreto Sud approvato dal Governo Meloni nel corso del CdM del 7 settembre 2023.
Attraverso una serie di disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia del Mezzogiorno, infatti, il Governo ha istituito la nuova ZES Unica a partite dal 1° gennaio 2024, attivando anche ulteriori provvedimenti sempre rivolti allo sviluppo del Mezzogiorno.
- Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno da gennaio 2024, ossia la ZES Unica che comprende Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna: sia le aziende già operative sia le attività che si insedieranno potranno beneficiare di numerosi vantaggi, tra cui il riconoscimento di un credito d’imposta fino al 2026 per l’acquisizione di beni strumentali nuovi;
- Fondo Sviluppo e Coesione (FSC): per il periodo di programmazione 2021-2027 è destinato a sostenere esclusivamente interventi per lo sviluppo, ripartiti nella proporzione dell’80% nelle aree del Mezzogiorno e del 20% nelle aree del Centro-Nord;
- Sviluppo delle aree interne: istituzione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri di una apposita cabina di regia al fine di assicurare l’efficacia della strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne del Paese;
- Contratti di sviluppo per la realizzazione di interventi di valore non inferiore a 200 milioni di euro;
- Sostegni alle attività economiche, artigianali e commerciali, attraverso l’erogazione di risorse in favore dei Comuni e individuazione dei beneficiari entro il 31 dicembre 2025.
PER SAPERNE DI PIU leggi anche: Zona economica speciale unica – CREDITO D’IMPOSTA esteso a tutto il Sud
Nuovo Bonus Ricerca per le PMI del Mezzogiorno
Come disposto dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per quest’anno le PMI del Mezzogiorno hanno a disposizione un plafond di 400 milioni per rafforzare la crescita sostenibile e la competitività, nell’ambito del Programma Nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027”.
Il nuovo bando MIMIT, prevede l’apertura dello sportello per la presentazione di programmi imprenditoriali innovativi e sostenibili il 18 ottobre, ma la pre-compilazione delle richieste è possibile dal 20 settembre, sul sito Invitalia.
Sono coinvolte nel bando 2023 per la concessione del Bonus Ricerca le PMI attive in Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Sostenendo il processo di transizione delle piccole e medie imprese nelle regioni del Mezzogiorno, infatti, il Bonus Ricerca si propone di incentivare gli investimenti imprenditoriali innovativi, che facciano ricorso alle tecnologie digitali secondo il PIANO DI TRANSIZIONE 4.0
I progetti delle imprese, in particolare, devono prevedere l’utilizzo di TECNOLOGIE ABILITANTI (come Cloud e Realtà virtuale) funzionali all’ampliamento della capacità produttiva, ma anche alla diversificazione della produzione, alla realizzazione di nuovi prodotti o alla realizzazione una nuova unità produttiva. Ai fini della valutazione saranno riconosciuti punti aggiuntivi ai programmi che prevedono anche un contenuto di sostenibilità ed efficienza energetica.
Le agevolazioni sono concesse in forma di contributo in conto impianti e finanziamento agevolato e potranno coprire fino al 75% delle spese ammissibili (macchinari, impianti, attrezzature, opere murarie, programmi informatici e licenze, acquisizione di certificazioni ambientali, servizi di consulenza).
I programmi devono prevedere spese non inferiori a 750mila euro e non superiori a 5milioni di euro, rientrando nel 70% del fatturato dell’ultimo bilancio approvato e depositato.
Come fare domanda per il Bonus Ricerca al Sud
Le domande di accesso alle agevolazioni devono essere presentate attraverso la procedura telematica attiva accessibile nella piattaforma di Invitalia.
La compilazione delle domande può avvenire dalle ore 10.00 del 20 settembre 2023, mentre l’invio può essere effettuato a partire dalle ore 10.00 del 18 ottobre 2023.
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