Transizione 5.0: ecco come saranno gli incentivi

RAMSES GROUP NEWS n. 621 – 14 dicembre 2023

Via libera da parte della Commissione Europea alla proposta italiana di modifica del PNRR con l’integrazione del RePowerEU e 6,3 miliardi per il Piano Transizione 5.0. Il piano prevede incentivi articolati in tre moduli, uno per l’efficienza energetica, uno per l’autoconsumo e uno per la formazione. Le aliquote dei nuovi incentivi per la transizione green dipenderanno dai miglioramenti dimostrati sul fronte dei consumi energetici.

Il Piano Transizione 5.0 partirà con una dotazione di 6,3 miliardi di euro per il biennio 2024-2025: risorse queste che si sommeranno a quelle già previste per il piano Transizione 4.0.

Si tratterà di due incentivi complementari: mentre il Transizione 4.0 continuerà a incentivare l’acquisto di beni 4.0, il piano Transizione 5.0 prevederà incentivi per quegli investimenti in beni e attività che generino risparmi energetici o apportino miglioramenti dell’efficienza energetica.

I 6,3 miliardi per il piano Transizione 5.0 fanno parte delle più ampie risorse che il piano RePower EU porterà all’interno del PNRR, che è stato a sua volta rivisto e ha ora un valore di 194,4 miliardi di euro.

Il documento di revisione del PNRR era stato presentato dal governo la scorsa estate e proponeva sia delle modifiche al piano nazionale di ripresa e resilienza – con la rimozione di alcuni interventi giudicati irrealizzabili e la riallocazione delle risorse relative – che del capitolo dedicato al REPowerEU, la strategia dell’UE per svincolarsi dalla dipendenza dal gas russo e accelerare la transizione energetica.

Il piano Transizione 5.0 in tre moduli per complessivi 6,3 miliardi

I dettagli del piano Transizione 5.0 saranno contenuti in un decreto legge dedicato in arrivo tra dicembre e gennaio (meno probabilmente in qualche emendamento alla legge di bilancio).

Tuttavia dalla lettura dei documenti della Commissione emergono i contorni della struttura generale del piano a cui sono dedicati 6,3 miliardi così distribuiti:

  • 3.780 milioni per il piano Transizione 5.0 modulo “energy efficiency”
  • 1.890 milioni per il piano Transizione 5.0 modulo “Autoconsumo e autoproduzione”
  • 630 milioni per il piano Transizione 5.0 modulo “Formazione” (pari quindi al 10% del totale)

Sono cifre diverse da quelle originariamente proposte dal Governo, che puntava a 4,04 miliardi per il Transizione 5.0 e 1,5 miliardi per l’autoconsumo. La dotazione è comunque complessivamente superiore a quanto originariamente previsto.

I dettagli delle misure del Piano Transizione 5.0

Il piano Transizione 5.0 prevede dei crediti d’imposta in relazione alle spese sostenute tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025 per le imprese che investiranno in una di queste tre attività:

  1. acquisto di beni strumentali materiali o immateriali 4.0
  2. acquisto di beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili (ad esclusione delle biomasse)
  3. spese per la formazione del personale in competenze per la transizione verde.

Queste attività dovranno produrre dei risultati misurati in termini di efficienza energetica o risparmio di energia. E l’intensità del beneficio fiscale aumenterà in base ai miglioramenti conseguiti.

Il Piano Transizione 5.0 prevederà infatti delle aliquote (almeno tre) che saranno legate a due possibili benefici

  • nel caso degli investimenti in beni 4.0, il risparmio energetico conseguito nei processi target. Questo risparmio dovrà essere pari ad almeno il 5% rispetto ai consumi precedenti per gli stessi processi
  • nel caso di attività non legate a specifici processi target, la riduzione del consumo finale di energia di almeno il 3%

La certificazione ex ante e ex post

Per essere ammissibile, il progetto deve essere certificato “ex ante” da un valutatore indipendente che attesti che il progetto di innovazione rispetta i criteri di ammissibilità relativi alla riduzione del consumo totale di energia.

Successivamente una seconda certificazione “ex-post” dovrà attestare l’effettiva realizzazione degli investimenti in conformità alle disposizioni della certificazione ex-ante.

L’1% del budget totale (63 milioni di euro) sarà destinato allo sviluppo di una piattaforma informatica per: i) gestire le certificazioni presentate dai beneficiari; ii) facilitare la valutazione, lo scambio e la gestione dei dati utilizzati per l’analisi; e iii) per le attività di monitoraggio e controllo.

Transizione 5.0: obiettivo 0,4 Mtep di risparmi

L’investimento “Transizione 5.0” (codice M7.I15) sostiene la transizione energetica dei processi produttivi verso un modello di produzione efficiente dal punto di vista energetico, sostenibile e basato sulle fonti rinnovabili.

L’obiettivo del piano – si legge nel documento della Commissione – è di aumentare l’efficienza energetica e di implementare l’autoproduzione di energia rinnovabile nelle imprese, portando a un risparmio cumulativo di 0,4 Mtep nei consumi energetici nel periodo 2024-2026.

Fonte Innovation post 


Obiettivi messi nero su bianco, con un doppio livello di certificazione. Il nuovo piano Industria 5.0 (Transizione 5.0 secondo gli atti ufficiali) dovrà incentivare gli investimenti delle imprese con una filosofia e delle regole diverse rispetto all’era 4.0 aperta nel 2016. Il ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) sta definendo le norme per l’utilizzo dei crediti d’imposta finanziati con oltre 6,3 miliardi dei fondi RepowerEu, cioè con il nuovo Pnrr concordato da governo e Commissione Ue. Servirà un decreto legge, da emanare al massimo entro il primo trimestre del 2024, che rispetti i vincoli pattuiti con Bruxelles.

Gli investimenti incentivabili riguarderanno sempre i beni relativi alle tecnologie 4.0 definite dal vecchio piano, ma in più dovranno garantire determinati risparmi energetici: almeno il 3% dei consumi di energia finale oppure risparmi energetici conseguiti nei processi indicati come target nella legge (di almeno il 5% rispetto ai corrispondenti consumi precedenti).

Saranno agevolabili, con aliquote in fase di definizione, le spese effettuate nel 2024 e nel 2025 per beni digitali materiali 4.0, beni immateriali 4.0 (software avanzati) e, come elemento di novità, anche i beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili (escluse biomasse) e la formazione in competenze per la transizione ecologica.

Per le attività formative il Mimit pensa di introdurre un tetto, probabilmente il 5% dell’investimento totale agevolato. Si attendono invece conferme sulla possibilità di considerare validi anche gli investimenti effettuati entro la metà del 2026, a patto di aver pagato entro il 2025 un acconto pari almeno al 20% della spesa.

Tornando agli obiettivi di risparmio energetico, dovrebbero essere conseguiti tra il 2024 e il 2026 e, negli allegati del nuovo Pnrr, sono quantificati in 0,4 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio. Non è un obiettivo proibitivo, anzi può apparire anche un target abbastanza basso, ma segna comunque una svolta nel sistema di concessione degli incentivi per la digitalizzazione fino a oggi disancorati da risultati per la transizione energetica. Secondo le stime condivise con la Commissione, alla fine almeno 4 miliardi di euro di investimento dovrebbero contribuire agli obiettivi di contrasto al cambiamento climatico in conformità agli allegati del Dispositivo europeo per la ripresa e la resilienza.

Il meccanismo prevederà tre livelli crescenti di risparmio energetico e un sistema di certificazione più ferreo rispetto a Transizione 4.0. Infatti, per essere ammissibile, il progetto dovrà essere certificato da un valutatore indipendente a cui spetterà attestare, ex ante, che il progetto di innovazione rispetti i criteri di ammissibilità relativi alla riduzione del consumo di energia.

Ma, ex post, dovrà intervenire anche una certificazione sulla effettiva realizzazione degli investimenti in conformità a quanto progettato. L’1% del totale del budget, quindi circa 60 milioni, sarà destinato allo sviluppo di una piattaforma online per gestire le certificazioni presentate dai beneficiari e per le attività di monitoraggio e controllo. Sarà inoltre esteso il mandato del comitato scientifico Mimit-Mef-Banca d’Italia-agenzia delle Entrate, istituito alla fine del 2021 (senza risultati resi noti, almeno finora), per sviluppare entro il 31 agosto 2026 una relazione che valuti l’efficacia degli investimenti.

Al piano 5.0, sempre con i fondi RepowerEu, per un totale di 320 milioni, è stata poi affiancata una misura specifica per incentivare l’autoconsumo di energia rinnovabile da parte delle micro e Pmi. In questo caso non si tratterà di crediti d’imposta ma di contributi a fondo perduto – in media pari a circa il 50% del totale dell’investimento – per l’acquisto di sistemi e tecnologie digitali che consentono la produzione diretta di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo immediato o attraverso sistemi di accumulo e stoccaggio. L’incentivo, secondo le stime Mimit, dovrebbe attivare circa 600 milioni di investimenti privati e sulla sua gestione, che sarà affidata alla società pubblica Invitalia, la Commissione ha chiesto verifiche particolarmente accurate incluso l’obbligo di effettuare una serie di audit ex post.


LO SCHEMA VERSO IL DECRETO LEGGE


1 LE SPESE

Valgono investimenti 2024 e 2025

Il credito d’imposta sarà commisurato alle spese 1° gennaio 2024-31 dicembre 2025 per le imprese che investono in beni digitali materiali 4.0, software 4.0; beni per autoproduzione e autoconsumo da rinnovabili; formazione del personale per transizione ecologica.

2 TARGET VERDI

Previsti tre livelli di efficienza green

Il beneficio fiscale previsto dal nuovo piano dovrà essere commisurato, secondo almeno tre livelli crescenti, alla riduzione del consumo di energia finale (di almeno il 3%) o ai risparmi energetici conseguiti nei processi industriali interessati dall’incentivo (di almeno il 5%).

3 LE VERIFICHE

Piattaforma per le spese da certificare

L’1% del totale del budget (oltre 6,3 miliardi di fondi del nuovo Pnrr) sarà allocato allo sviluppo di una piattaforma telematica per gestire le certificazioni presentate dai beneficiari; facilitare la valutazione e la gestione dei dati utilizzati per l’analisi

4 RINNOVABILI

320 milioni per l’autoconsumo Pmi

Ulteriori 320 milioni di euro (che dovrebbero attivare investimenti per oltre 600 milioni) alle Pmi per l’acquisto di sistemi e tecnologie digitali per la produzione di energia da fonti rinnovabili per autoconsumo, stoccaggio e accumulo

Fonte Il Sole 24 ore


Il 24 Novembre 2023 la Commissione Europea ha approvato la revisione del PNRR proposta dall’Italia, includendo diverse novità in tema di incentivi per le imprese.

Grazie alla modifica il nuovo Piano dovrebbe consentire di razionalizzare e fornire strumenti semplici ed efficaci al settore produttivo.

In particolare le modifica previste dalla revisione riguardano:

  • innalzamento delle risorse ora pari a 194,4 miliardi di €;
  • aumento del numero di missioni da 6 a 7 con l’introduzione del nuovo capitolo RepowerEU;
  • innalzamento del numero di riforme da 59 a 66.
  • novità in tema di incentivi a supporto degli investimenti delle imprese

Le principali misure per le imprese, pari ad un ammontare di 12,4 miliardi di €, riguardando:

6,3 miliardi di €, in luogo dei 4 milioni di € previsti inizialmente, per il riconoscimento di 3 crediti d’imposta per le spese sostenute tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025 relativi a:

        -acquisto di beni strumentali materiali o immateriali 4.0 (3,78 miliardi di €);

        -acquisto beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili (1,89 miliardi €);

        -spese per la formazione del personale in competenze per la transizione verde (630 milioni di €).

Tali attività dovranno produrre dei risultati misurati in termini di efficienza energetica o risparmio di energia e l’intensità del beneficio fiscale aumenterà in base ai miglioramenti conseguiti.

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è già al lavoro per l’emanazione delle norme di legge e dei decreti ministeriali, cui seguiranno i nuovi bandi per le nuove misure.

320 milioni di € per supportare le PMI che acquistano sistemi e tecnologie digitali per la produzione di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo, lo stoccaggio e l’accumulo.

2,5 miliardi di € per sostenere lo sviluppo delle filiere strategiche per la transizione verso un’economia a zero emissioni, l’efficienza energetica dei processi produttivi e la sostenibilità degli stessi.

850 milioni di € per le aziende agricole e di allevamento, per sostenere l’installazione di pannelli fotovoltaici, sistemi di gestione intelligente dei consumi elettrici ed accumulatori, nonché per incentivare la realizzazione di tetti energetici. Tali risorse si sommano ai 1,5 miliardi di €, inizialmente stanziati per l’edizione del Bando Parco Agrisolare 2023; ammontano così a 2,3 miliardi di € i fondi complessivi destinati alla misura e che andranno a coprire anche le domande presentate in overbooking.

2 miliardi di € per il finanziamento dei contratti di filiera nei settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo. 

308 milioni di € aggiuntivi per sostenere il rafforzamento strutturale e la competitività del settore turistico.

Approvazione da parte del Consiglio Europeo 8 dicembre 2023.

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