BASILICATA: FONDO PERDUTO 20 milioni di euro per il rilancio dell’area di crisi industriale dei sistemi locali del lavoro di Melfi, Potenza e Rionero in Vulture


Le imprese già costituite in forma di società di capitali, le cooperative, i consorzi e le reti di imprese composte da un minimo di 3 ed un massimo di 6 imprese, potranno presentare domanda per le agevolazioni allo sportello online di Invitalia.

Comprende 49 Comuni della provincia di Potenza, in particolare:

Abriola, Acerenza, Albano di Lucania, Anzi, Atella, Avigliano, Balvano, Banzi, Baragiano, Barile, Bella, Brindisi Montagna, Calvello, Campomaggiore, Cancellara, Castelmezzano, Filiano, Forenza, Genzano di Lucania, Ginestra, Laurenzana, Lavello, Maschito, Melfi, Montemilone, Muro Lucano, Oppido Lucano, Palazzo San Gervasio, Picerno, Pietragalla, Pietrapertosa, Pignola, Potenza, Rapolla, Rionero in Vulture, Ripacandida, Ruoti, Ruvo del Monte, San Chirico Nuovo, San Fele, Sant’Angelo Le Fratte, Satriano di Lucania, Savoia di Lucania, Tito, Tolve, Trivigno, Vaglio Basilicata, Venosa, Vietri di Potenza

In questi Comuni l’Accordo di programma prevede la realizzazione di progetti di riconversione che possano contribuire alle produzioni strategiche della Regione Basilicata, in particolare produzione di autoveicoli e mezzi di trasporto e sua componentistica, quindi produzione di gomma, materiali tessili, chimici, plastiche, materiali avanzati, nanotecnologie, le applicazioni per la fotonica, meccanica, meccatronica, robotica, telecomunicazioni e componentistica energetica e in tutti quei settori qualificati per il processo di innovazione e transizione delle specializzazioni manifatturiere già presenti nell’area. Allo stesso tempo, gli investimenti dovranno contribuire alla tutela dei posti di lavoro a rischio e alla creazione di nuove figure professionali.

Il territorio in questione, particolarmente colpito dalla crisi dell’automotive, il più rilevante settore di specializzazione manifatturiera della Basilicata sul quale gravano il ridimensionamento delle attività dello stabilimento Stellantis, la riconversione dei processi produttivi dovuta alla transizione verso l’elettrico e le relative difficoltà per le numerose aziende dell’indotto che si occupano di componentistica, trasporti, logistica integrata e servizi, comprende come detto 49 Comuni della provincia di Potenza, in particolare:

Abriola, Acerenza, Albano di Lucania, Anzi, Atella, Avigliano, Balvano, Banzi, Baragiano, Barile, Bella, Brindisi Montagna, Calvello, Campomaggiore, Cancellara, Castelmezzano, Filiano, Forenza, Genzano di Lucania, Ginestra, Laurenzana, Lavello, Maschito, Melfi, Montemilone, Muro Lucano, Oppido Lucano, Palazzo San Gervasio, Picerno, Pietragalla, Pietrapertosa, Pignola, Potenza, Rapolla, Rionero in Vulture, Ripacandida, Ruoti, Ruvo del Monte, San Chirico Nuovo, San Fele, Sant’Angelo Le Fratte, Satriano di Lucania, Savoia di Lucania, Tito, Tolve, Trivigno, Vaglio Basilicata, Venosa, Vietri di Potenza.

Gli obiettivi del programma di riconversione, oltre alla tutela dell’occupazione a rischio e la creazione di nuove figure professionali, saranno indirizzati al rilancio dell’attività di ricerca industriale e allo sviluppo di iniziative imprenditoriali in grado di contribuire alle produzioni strategiche della regione, con particolare riguardo alla produzione di autoveicoli e mezzi di trasporto e alla sua componentistica quindi produzione di gomma, materiali tessili, chimici, plastiche, materiali avanzati, nanotecnologie, le applicazioni per la fotonica, meccanica, meccatronica, robotica, telecomunicazioni e componentistica energetica e in tutti quei settori qualificati per il processo di innovazione e transizione delle specializzazioni manifatturiere già presenti nell’area.

Il MIMIT, considerata l’importanza di rilanciare il territorio lucano ai fini dello sviluppo dell’economia regionale e del settore dell’automotive nazionale, ha stanziato 20 milioni di euro per i progetti imprenditoriali, mediante il ricorso al regime di aiuto della Legge 181/1989, misura volta alla salvaguardia dei livelli occupazionali e il recupero della capacità produttiva dei territori. La Regione Basilicata compartecipa al programma con 8,7 milioni di euro.

L’intervento agevolativo nazionale e gli strumenti agevolativi nell’area verranno gestiti da Invitalia che fornirà assistenza tecnica al Mimit.

  • programmi di investimento produttivo e/o programmi di investimento per la tutela ambientale, eventualmente completati da progetti per l’innovazione dell’organizzazione e/o innovazione di processo, progetti di ricerca e/o sviluppo sperimentale e da progetti per la formazione del personale, in grado di sostenere l’economia locale e tracciare traiettorie di sviluppo sostenibile;
  • programmi occupazionali volti al mantenimento o all’incremento degli addetti dell’unità produttiva oggetto del programma di investimento.

Le agevolazioni potranno essere concesse in forma di contributo in conto impianti, contributo diretto alla spesa e finanziamento agevolato.

L’accesso agli incentivi si baserà su una procedura valutativa con procedimento a sportello, nei termini che verranno indicati con apposito avviso

Colpito in maniera particolare dalla crisi dell’automotive, che è il settore di specializzazione manifatturiera del territorio regionale, il territorio interessato dall’accordo comprende 49 Comuni della provincia di Potenza.

  • la tutela dell’occupazione a rischio;
  • il rilancio dell’attività di ricerca industriale;
  • la creazione di nuove figure professionali;
  • lo sviluppo di iniziative imprenditoriali per contribuire alle produzioni strategiche della regione.

Uno dei focus principali resta quello sulla produzione di autoveicoli e relativa componentistica: produzione di gomma, materiali chimici, plastiche, applicazioni per la meccanica, la meccatronica e la robotica, eccetera.

Per il rilancio del territorio lucano il MIMIT ha stanziato 20 milioni di euro per i progetti imprenditoriali, ricorrendo al regime di aiuto della Legge 181/1989. La Regione Basilicata invece compartecipa al programma con uno stanziamento di 8,7 milioni di euro. L’intervento agevolativo sarà gestito da Invitalia.

La misura, che fa ricorso al regime di aiuto della Legge 181/1989, prevede lo stanziamento di 20 milioni di euro per la realizzazione di iniziative imprenditoriali che mirano alla salvaguardia dei livelli occupazionali, al recupero della capacità produttiva dei territori e all’attrazione di nuovi investimenti

Le iniziative imprenditoriali dovranno prevedere programmi di investimento produttivo e/o programmi di investimento per la tutela ambientale, eventualmente completati da progetti per l’innovazione dell’organizzazione e/o innovazione di processo, progetti di ricerca e/o di sviluppo sperimentale, con spese ammissibili complessive non inferiori a 1 milione di euro.

Per i programmi presentati da reti di imprese, le spese non dovranno essere complessivamente inferiori a 1 milione 200 mila euro.

I progetti di ricerca industriale e/o sviluppo sperimentale sono ammissibili in caso programmi di investimento produttivo e/o di tutela ambientale con spese di importo superiore a 5 milioni di euro.

Le agevolazioni saranno concesse nella forma del contributo in conto impianti, dell’eventuale contributo diretto alla spesa e del finanziamento agevolato, entro i limiti delle intensità massime previste dal “Regolamento GBER”.

1. Le iniziative imprenditoriali devono prevedere la realizzazione di: 

a. programmi di investimento produttivo e/o programmi di investimento per la tutela ambientale, eventualmente completati da progetti per l’innovazione dell’organizzazione e/o innovazione di processo, progetti di ricerca e/o di sviluppo sperimentale e da progetti per la formazione del personale in grado di sostenere l’economia locale e tracciare traiettorie di sviluppo sostenibile;

 b. programmi occupazionali volti al mantenimento o all’incremento degli addetti dell’unità produttiva oggetto del programma di investimento. 

2. Le iniziative imprenditoriali debbono prevedere programmi di investimento con spese ammissibili di importo non inferiore a euro 1.000.000,00 (unmilione/00) e non inferiore a euro 1.200.000,00 (unmilioneduecentomila/00) per i programmi presentati da reti di imprese. Nel caso di programma d’investimento presentato da reti di imprese  , i singoli programmi d’investimento delle imprese partecipanti alla rete devono prevedere spese ammissibili complessive non inferiori a euro 400.000,00 (quattrocentomila/00). 

3. I progetti di ricerca industriale e/o sviluppo sperimentale sono ammissibili con riferimento ai programmi di investimento produttivo e/o di tutela ambientale con spese di importo superiore a euro 5.000.000,00 (cinquemilioni/00). 

4. Sono ammesse le iniziative imprenditoriali inerenti alle attività individuate come ammissibili dalla normativa di riferimento  

Per l’attuazione del presente Avviso è applicata la normativa relativa alla legge n. 181/1989 e successive modifiche e integrazioni e precisamente: 

– decreto ministeriale 24 marzo 2022, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 104 del 5 maggio 2022, recante «Termini, modalità e procedure per la presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni in favore di programmi di investimento finalizzati alla riqualificazione delle aree di crisi industriale» (di seguito “decreto”), come modificato dal decreto ministeriale 10 novembre 2023; 

– circolare direttoriale n. 237343 del 16 giugno 2022, recante «Criteri e modalità di concessione delle agevolazioni di cui alla legge n. 181/1989 in favore di programmi di investimento finalizzati alla riqualificazione delle aree di crisi industriali», come modificata dalla circolare direttoriale 21 dicembre 2023 n. 4242, pubblicata nei siti internet del Ministero delle imprese e del Made in Italy, www.mimit.gov.it, e di Invitalia, www.invitalia.it (di seguito “circolare”);

Le domande di agevolazione

debbono essere presentate da imprese già costituite in forma di società di capitali; possono altresì presentare domanda di agevolazione le società cooperative di cui all’art. 2511 e seguenti del codice civile e le società consortili di cui all’art. 2615-ter del codice civile. Sono altresì ammesse le reti di imprese, costituite da un minimo di 3 ed un massimo di 6 imprese, mediante il ricorso allo strumento del contratto di rete di cui all’articolo 3, comma 4-ter, del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, e successive modifiche e integrazioni. 

I soggetti beneficiari, oltre agli altri obblighi previsti dalla normativa di  riferimento L.181/1989, si impegnano a:

 a) concludere, entro il dodicesimo mese successivo alla data di ultimazione del programma di investimento, il programma occupazionale proposto. 

b) procedere, nel caso in cui sia previsto un incremento occupazionale, nell’ambito del rispettivo fabbisogno di addetti e previa verifica della sussistenza dei requisiti professionali, prioritariamente all’assunzione dei lavoratori residenti nel territorio di riferimento ove viene localizzato l’investimento che risultino percettori di CIG, ovvero risultino iscritti alle liste di mobilità, ovvero risultino disoccupati a seguito di procedure di licenziamento collettivo e successivamente, dei lavoratori delle aziende del territorio di riferimento coinvolte dai tavoli di crisi attivi presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e presso le Regioni. 

1. Le agevolazioni sono concesse nella forma del contributo in conto impianti, dell’eventuale contributo diretto alla spesa e del finanziamento agevolato, alle condizioni ed entro i limiti delle intensità massime di aiuto previste dal regolamento (UE) n. 651/2014 (“Regolamento GBER”). Il finanziamento agevolato concedibile non può essere inferiore al 20% degli investimenti ammissibili. Il contributo in conto impianti e l’eventuale contributo diretto alla spesa sono determinati in relazione all’ammontare del finanziamento agevolato, nei limiti delle intensità massime di aiuto previste dal Regolamento GBER. 

2. La somma del finanziamento agevolato, del contributo in conto impianti, dell’eventuale contributo diretto alla spesa non può essere superiore al 75% degli investimenti e delle spese ammissibili relative alle spese di consulenza, a quelle degli eventuali progetti di innovazione di processo e di innovazione dell’organizzazione e per la formazione del personale e a quelli di ricerca e sviluppo sperimentale. 

3. I programmi di investimento produttivo possono essere ammessi alle agevolazioni anche alle condizioni ed entro i limiti previsti dal regolamento (UE) n. 2831/2023 sugli aiuti “de minimis”. 


 condizionatamente all’avvenuta registrazione presso la Corte dei Conti dell’Accordo di Programma

Invitalia renderà noto sul proprio sito istituzionale (www.invitalia.it) l’eventuale mancata registrazione dell’Accordo di Programma e gli eventuali nuovi termini per la presentazione delle domande

LEGGERE CON ATTENZIONE la Circolare 12 marzo 2024, n. 12 – Area di crisi industriale complessa dei sistemi locali del lavoro di Melfi, Potenza e Rionero in Vulture

PER ULTERIORI PARTICOLARI Avviso pubblico per la selezione di iniziative imprenditoriali nel territorio dell’area di crisi industriale complessa dei sistemi locali del lavoro di Melfi, Potenza e Rionero in Vulture tramite ricorso al regime di aiuto di cui alla legge n. 181/1989

LINK Circolare (pdf)Comunicato pubblicato nella GURI n. 68 del 21 marzo 2024


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