SPECIALE CONTRATTI DI SVILUPPO

RAMSES GROUP NEWS n. 714 – 29 gennaio 2025

I contratti di sviluppo sono strumenti volti a incentivare la crescita economica attraverso investimenti significativi.
I principali aspetti riguardano:
– aumento dell’occupazione;
– recupero di strutture dismesse;
– rafforzamento delle filiere produttive;
– innovazione tecnologica;
– espansione nei mercati esteri;
– sostenibilità ambientale;
– destagionalizzazione del turismo.

Gli investimenti richiesti devono rispettare soglie minime:
– 20 milioni di euro per i programmi generali;
– 7,5 milioni per progetti in ambito agricolo, turistico o di riqualificazione edilizia;
– 10 milioni di euro per sviluppo industriale e tutela ambientale;
– 3 milioni di euro per trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli;
– 5 milioni di euro per il turismo;
– 3 milioni di euro per il turismo in zone interne o per la riqualificazione edilizia.

Il Contratto di Sviluppo si rivolge sia a imprese italiane che estere, con un massimo di cinque aziende beneficiarie.
Queste possono essere:
– l’impresa proponente, responsabile della coerenza del progetto;
– imprese aderenti che realizzano investimenti collegati;
– soggetti impegnati in ricerca, sviluppo e innovazione.

Può essere stipulato anche in forma congiunta con un contratto di rete, affidando a un organo comune la gestione degli obblighi verso Invitalia.

I progetti possono ricevere agevolazioni fino al 75% del valore dell’investimento e includere:
– contributi a fondo perduto per impianti;
– contributi a fondo perduto per le spese;
– finanziamenti agevolati;
– contributi sugli interessi.

L’erogazione di contributi a fondo perduto avviene sulla base dell’avanzamento dei lavori e non richiede restituzione. I finanziamenti agevolati hanno un tasso d’interesse dello 0,5% e una durata di rimborso di 10 anni.

I costi ammissibili comprendono:
– acquisto di terreni (fino al 10% per il turismo);
– costruzione e ristrutturazione di immobili (40%-70% per il turismo);
– macchinari e attrezzature;
– software, brevetti e licenze;
– consulenze (solo per PMI, fino al 4%).

Devono soddisfare almeno due dei seguenti criteri:
1. aumento dell’occupazione, con priorità a zone con alto tasso di disoccupazione e lavoratori in difficoltà;
2. sviluppo di filiere produttive, con investimenti funzionali alla loro crescita;
3. innovazione tecnologica significativa;
4. presenza sui mercati esteri con ricavi almeno del 20% da export o con attrazione di investimenti stranieri;
5. miglioramento ambientale attraverso riduzione delle emissioni, economia circolare o recupero di strutture dismesse.

Pensato per progetti di grandi dimensioni con investimenti di almeno 50 milioni di euro, facilita l’accesso a risorse aggiuntive, accelerando i tempi di valutazione e implementazione.
Viene attivato per iniziative di rilevanza strategica, con un impatto significativo sul tessuto produttivo nazionale.
Questo tipo di contratto prevede la collaborazione tra imprese e istituzioni pubbliche, con procedure semplificate per favorire la rapidità nell’erogazione dei fondi e la realizzazione dei progetti.

Le risorse saranno destinate a promuovere programmi di sviluppo o la fabbricazione delle tecnologie critiche previste dal Regolamento STEP del Parlamento Europeo e del Consiglio UE (tecnologie digitali e deep tech, tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse, biotecnologie).
Sono stati destinati 497,8 milioni di euro per tecnologie green e digitali nelle regioni del Sud Italia.
I fondi saranno suddivisi tra:
– 335,2 milioni di euro per progetti del PN RIC e Regolamento STEP per PMI
– 162,5 milioni di euro per progetti STEP, disponibili anche per grandi imprese

I progetti devono:
– essere realizzati in Molise, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia o Sardegna;
– rispettare il principio DNSH (non arrecare danno significativo all’ambiente);
– favorire la riduzione delle dipendenze strategiche dell’UE;
– garantire avanzamenti tecnologici e produzione su scala commerciale.

Per le sole nuove domande di agevolazione concernenti progetti di investimento produttivo coerenti con il Regolamento STEP potranno essere riconosciute le intensità maggiorate previste dalla Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale.
Oltre alle nuove domande, al bando potranno accedere, previa presentazione di apposita istanza, anche le domande di Contratti di sviluppo già presentate il cui iter risulti sospeso per carenza di risorse finanziarie.

Con successivo provvedimento direttoriale saranno stabiliti modalità e termini di presentazione delle domande di agevolazione nonché fornite le ulteriori specificazioni anche in riferimento alle caratteristiche dei programmi di sviluppo e alle spese ammissibili.
La misura sarà gestita da Invitalia che, per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, svolgerà l’istruttoria per l’ammissione alle agevolazioni.

È stato pubblicato il 23 dicembre 2024 il decreto del 6 novembre 2024 del Mimit, che disciplina le modalità di accesso ai fondi per favorire la competitività e la resilienza delle catene di approvvigionamento strategiche, incentivando gli investimenti privati nei settori in transizione, a partire dall’automotive.

Le filiere produttive strategiche individuate dal provvedimento sono: automotive; agroindustria; design, moda e arredo; sistema casa; metallurgia e siderurgia; meccanica strumentale, elettronica e ottica; treni, navi, aerei e industria aerospaziale; chimica; farmaceutica.

Gli investimenti devono contribuire alla competitività delle aziende italiane su scala internazionale, con particolare attenzione alla ricerca e sviluppo e all’adozione di soluzioni sostenibili.

Il finanziamento destinato alla misura è di 500 milioni di euro. Alle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia sarà riservato almeno il 40% delle risorse.

La misura sarà gestita da Invitalia. Oltre alle nuove domande, al bando potranno accedere, previa presentazione di apposita istanza, anche le domande di Contratti di sviluppo già presentate il cui iter risulti sospeso per carenza di risorse finanziarie.

Alle domande di agevolazione verrà assegnato un punteggio, per la formazione di una graduatoria che stabilirà l’ordine di avvio all’istruttoria, in base ai seguenti criteri:
– impatto occupazionale connesso al programma realizzato;
– innovatività del programma di sviluppo;
– coinvolgimento di piccole e medie imprese nel programma di sviluppo.

Per stimolare l’economia nel Sud Italia, il governo ha stanziato 250 milioni di euro per Contratti di Sviluppo nelle ZES, comprendente i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
I fondi saranno così distribuiti:
– 200 milioni per sviluppo industriale e tutela ambientale;
– 50 milioni per sviluppo turistico.

I progetti devono:
– avere investimenti minimi di 20 milioni di euro (o 7,5 milioni per trasformazione agricola e turismo nelle aree interne);
– includere uno o più investimenti collegati;
– essere presentati da imprese singole o in collaborazione.

L’obiettivo è attrarre investimenti e creare nuove opportunità occupazionali nelle regioni meridionali.
I programmi devono includere la riqualificazione di aree industriali dismesse e lo sviluppo di nuove infrastrutture per migliorare la competitività del territorio.

Per approfondimenti, leggi l’articolo completo qui.

Questi incentivi sostengono investimenti tra 5 e 20 milioni di euro per tecnologie digitali, deep tech, biotecnologie ed energie rinnovabili.

La dotazione finanziaria di 300 milioni di euro è suddivisa in:
– 100 milioni per PMI;
– 200 milioni per PMI e grandi imprese.

Le agevolazioni sono erogate sotto forma di contributi a fondo perduto, con intensità variabile:
– piccole imprese: 55%
– medie imprese: 45%
– grandi imprese: 35%.

I settori finanziati includono:
– intelligenza artificiale e tecnologie quantistiche
– energie rinnovabili e sistemi di accumulo
– biotecnologie e materiali avanzati
– automazione e robotica.

Gli investimenti devono essere orientati alla creazione di nuove opportunità di mercato e al miglioramento della produttività attraverso l’adozione di processi innovativi e sostenibili.

Per approfondimenti, leggi l’articolo completo qui.

I contratti di sviluppo rappresentano un’opportunità concreta per le imprese che vogliono investire in innovazione, sostenibilità e crescita economica, con un forte supporto finanziario da parte dello Stato. Grazie alla diversificazione delle tipologie di contratto, è possibile soddisfare le esigenze di diversi settori produttivi, garantendo un impatto positivo sul territorio e sul tessuto imprenditoriale.

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