Al momento, per potenziare fino a tutto il 2025 in chiave di risparmio energetico gli investimenti da finanziare con i crediti di imposta 5.0, il Mimit stima un fabbisogno di 1,5 miliardi di fondi statali oltre ai 4 miliardi che dovrebbero essere coperti con il RePowerEu.
Nelle proposte Mimit al vaglio del ministero dell’Economia, tra misure che entrerebbero nell’articolato della legge di bilancio e altre destinate alla parte tabellare dei rifinanziamenti pluriennali, c’è spazio anche per un nuovo Fondo sulla Space economy (50 milioni nel primo anno) e per il potenziamento dei Fondi già esistenti e destinati ai grandi progetti di ricerca di interesse europei (gli Ipcei, che hanno un fabbisogno di 750 milioni), alle imprese femminili (300 milioni), alle Pmi creative (30), alle imprese che partecipano alle fiere (60), alle startup che investono sulla proprietà industriale (15).
Per dare continuità, sulla base del trend di domande, servono inoltre 300 milioni per il 2024 ai contratti di sviluppo, 80 milioni alle aree di crisi industriale, 50 milioni agli Accordi per l’innovazione.
Le coperture del Tesoro potrebbero poi servire a coprire fabbisogni aggiuntivi per il 2024 del Fondo automotive per nuovi eco-incentivi e del Piano microelettronica e per lanciare un Piano Tlc con 300 milioni.
Un discorso a parte riguarda la Nuova Sabatini, la misura molto utilizzata dalle imprese che finanzia l’acquisto o il leasing di beni strumentali. L’intenzione del governo sarebbe quella di finanziare con 320 milioni del RePowerEu una versione “green” dell’incentivo, cioè più spinta verso i processi di transizione energetica. Mentre le risorse nazionali della manovra dovrebbero coprire la versione tradizionale dell’agevolazione, che presenta un fabbisogno di 350 milioni per il 2024. In arrivo, poi, la staffetta generazionale in azienda, tra pensionati che fanno da tutor e nuovi assunti, e la riforma del Fondo di garanzia Pmi per la quale tuttavia potrebbe bastare un decreto interministeriale.
Fondo sovrano italiano
fondo strategico nazionale del made in italy
Con l’obiettivo di supportare la crescita e il consolidamento delle filiere strategiche nazionali, anche con riferimento alla fase dell’approvvigionamento di materie prime ed energia, il Ministero dell’Economia e delle Finanze è autorizzato ad investire nel capitale di imprese nazionali ad alto potenziale o di imprese nazionali che, in ragione della rilevanza sistemica già raggiunta, possano generare importanti esternalità positive per il Paese e ridurre i costi di coordinamento tra gli attori delle filiere coinvolte.
Nasce così il fondo sovrano italiano, denominato Fondo Strategico Nazionale del Made in Italy, con una dotazione iniziale di 1 miliardo.
Sostegno all’imprenditorialità femminile
Al fine di rafforzare il sostegno alle iniziative di autoimprenditorialità promosse da donne e allo sviluppo di nuove imprese femminili su tutto il territorio nazionale, nell’ambito della misura di cui al decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185, è istituita un’apposita riserva, per un importo fino a 15 milioni, destinata alle imprese a prevalente partecipazione femminile. Gli oneri per il 2024 sono quantificati in 10 milioni di euro.
Misure di incentivazione della proprietà industriale
La conoscenza e consapevolezza delle potenzialità connesse alla brevettazione delle invenzioni costituisce fattore necessario per lo sviluppo della microimpresa. A tale fine, alle start up innovative e alle microimprese è concesso, per l’anno 2024, il Voucher 3I – Investire In Innovazione – al fine di supportare la valorizzazione dei processi di innovazione. Il Voucher 3I può essere utilizzato per l’acquisto di servizi di consulenza relativi alla verifica della brevettabilità dell’invenzione e all’effettuazione delle ricerche di anteriorità preventive, alla stesura della domanda di brevetto e di deposito presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi, all’estensione all’estero della domanda nazionale. Gli oneri per il 2024 sono quantificati in 10 milioni di euro.
Sostegno alle filiere e norme settoriali
Specifica attenzione è dedicata alla filiera legno-arredo 100% nazionale. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy promuove e sostiene la vivaistica forestale, la creazione e il rafforzamento di imprese boschive e dell’industria della prima lavorazione del legno attraverso l’incremento del livello tecnologico e digitale delle imprese e la creazione di sistemi di produzione automatizzati lungo la catena produttiva, dai sistemi di classificazione qualitativa, ai sistemi di incollaggio.
In linea con i principi di sviluppo sostenibile e nell’obiettivo di un accrescimento dell’autonomia di approvvigionamento delle materie prime nell’industria, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy in coordinamento con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, promuove e sostiene, sul territorio nazionale, la ricerca, la sperimentazione e l’innovazione dei processi di produzione di fibre di origine naturale nonché provenienti da processi di riciclo, con particolare attenzione alla certificazione della loro sostenibilità.
Sono, altresì, previste misure di semplificazione per la filiera della nautica, nonché disposizioni in materia di approvvigionamento di materie prime critiche della filiera della ceramica. Specifiche norme sono dedicate alle imprese culturali e creative, nella misura in cui la cultura e la creatività sono elementi costitutivi dell’identità italiana e accrescono il valore sociale ed economico della Nazione.
Uno specifico sostegno è dedicato al settore fieristico in Italia e ai mercati rionali. Il settore fieristico nazionale costituisce fattore cruciale per la conoscenza e la diffusione dell’eccellenza del Made in Italy. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ne promuove lo sviluppo, anche attraverso specifici finanziamenti alle imprese, in particolare nei settori in cui i costi dell’esposizione fieristica costituiscono per le imprese una barriera economica all’accesso, e agli operatori fieristici per sostenere iniziative di coordinamento strutturale e organizzativo volte ad accrescere la presenza all’estero. Sono altresì promossi, attraverso specifici finanziamenti e incentivi, i mercati rionali quali luoghi che assumono, oltre alla funzione economica e di scambio, quelle di coesione e aggregazione cittadina, esprimendo forza attrattiva sul versante turistico, anche in ragione della loro caratterizzazione culturale e artistica.
Al fine di favorire la creazione dei distretti del prodotto tipico italiano, sono concesse agevolazioni nella forma di contributo in conto capitale per investimenti e progetti di ricerca definiti con decreto del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze e con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy.
Nuove tecnologie
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ferme restando le competenze del Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale, concede alle PMI che ne facciano richiesta: a) contributi a fondo perduto per progetti che prevedono la ricerca applicata, lo sviluppo e l’utilizzo delle tecnologie basate su registri distribuiti per la realizzazione di sistemi di tracciabilità delle filiere produttive del Made in Italy, dalla produzione delle materie prime fino alla distribuzione commerciale, nonché l’utilizzo di tecnologie di identificazione automatica per i propri prodotti al fine di rendere accessibile ai consumatori le informazioni relative alla tracciabilità e alla provenienza del prodotto; b) un voucher per la consulenza e formazione sulla digitalizzazione dei processi produttivi basate su registri distribuiti o per l’acquisto di servizi per la tracciabilità.
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy promuove e sostiene la transizione digitale dell’industria mediante l’utilizzo di ambienti virtuali immersivi e interattivi utili alle imprese, in sinergia con i servizi abilitanti dell’intelligenza artificiale, allo sviluppo dell’e-commerce relativo a beni e servizi, nonché all’efficiente riorganizzazione dei processi produttivi, formativi e di marketing. È pertanto concesso alle PMI, per l’anno 2024, un voucher per le spese di consulenza, fattibilità e progettazione di ambienti virtuali da inserire all’interno dello specifico ecosistema aziendale.
PIANO TRANSIZIONE 5.0
In un’intervista a Il Sole 24 Ore (21 maggio 2023) che domandava quale fosse la principale proposta nella revisione del PNRR nell’ambito della quale il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è coinvolto, il Ministro Urso ha confermato che il suo Ministero è al lavoro per definire l’evoluzione del Piano Transizione 4.0, nato quasi sette anni fa, in un contesto completamente diverso. “Lo schema originario necessita di un’evoluzione verso obiettivi di innovazione digitale di fabbriche o almeno linee di produzione, sostenibilità ambientale e sociale. È mia intenzione quindi ridisegnare il Piano, mantenendo i punti di forza che ne hanno garantito il gradimento delle imprese: automatismo e non selettività“. RePowerEu e PNRR, secondo il Ministro “rappresentano una grande opportunità per rendere nuovamente attrattivi i crediti di imposta” del Piano Transizione 4.0.
Peraltro, il “Rapporto 2023 sul coordinamento della finanza pubblica” della Corte dei Conti, approvato il 17 maggio 2023, ha analizzato l’impatto dei Crediti di imposta del Piano Transizione 4.0 nel PNRR, evidenziando dati molto interessanti.
Il Piano prevede il finanziamento di 5 agevolazioni inquadrate nella Missione 1 Componente 2: Crediti d’imposta a fronte dell’acquisto di beni materiali 4.0 (tecnologicamente avanzati), di beni immateriali standard ed immateriali 4.0; Credito d’imposta per lo svolgimento di attività di ricerca, sviluppo, innovazione e Design, nonché Credito d’imposta per la formazione 4.0.
Al Piano Transizione 4.0 sono destinati complessivamente destinati 13,4 miliardi a valere sulle risorse PNRR, a cui si sommano 5,08 miliardi finanziati a valere sulle risorse del Piano nazionale complementare (PNC).
Quanto agli obiettivi quantitativi, per il secondo trimestre 2025 (M1C2-3) è richiesto che almeno 111.700 imprese abbiano usufruito dei crediti d’imposta Transizione 4.0, alla luce delle dichiarazioni dei redditi presentate dal 2021 al 2023.
In virtù dei dati definitivi delle dichiarazioni 2021 (esercizio 2020) e provvisori delle dichiarazioni 2022 (periodo d’imposta 2021), i crediti maturati complessivamente dalle cinque agevolazioni, nell’ambito del PNRR, ammontano a 6,7 miliardi per oltre 120 mila beneficiari; di questi la quota preponderante (81%, 5,4 miliardi) è correlata agli investimenti in beni strumentali materiali 4.0. A fronte del superamento dell’obiettivo prefissato per i beni strumentali 4.0 materiali, per quelli immateriali standard e per la formazione 4.0, si registra tuttavia un dato ancora distante dall’obiettivo per i crediti d’imposta per beni immateriali 4.0 e per le attività di R&S, Innovazione e Design.
I beneficiari dei 5 Crediti d’imposta afferiscono principalmente a due attività economiche: quella manifatturiera (oltre il 50% dei fruitori del credito d’imposta per beni immateriali 4.0 e R&S&I, e circa un terzo delle altre tre agevolazioni) e quella del commercio (intorno al 20% per tutti i crediti d’imposta, con le sole eccezioni del 16% per i beni immateriali 4.0 e dell’8% per le attività di R&S, Innovazione e Design). Sebbene più modesto, è di rilievo anche il peso del settore delle costruzioni in tutte le 5 agevolazioni e, in prevalenza, in quelle per beni materiali e formazione 4.0.
Quanto alla distribuzione geografica, emerge la concentrazione nelle regioni settentrionali delle agevolazioni per gli investimenti in beni materiali e immateriali, nonché per le attività di R&S, Innovazione e Design. Tali le misure impattano per oltre il 60% sulle imprese del Nord. Diversamente, invece, il credito d’imposta per la formazione 4.0 è maggiormente utilizzato dalle imprese meridionali (46%). Il dato è fortemente condizionato dai risultati della Campania.
Gli esiti conseguiti dovrebbero indurre a ponderare bene il futuro assetto del Piano Transizione 5.0.
A titolo esemplificativo, a parere di chi scrive, dovrebbe essere reintrodotto il Bonus formazione 4.0 la cui vigenza si è conclusa nel 2022. Basti pensare che, a fronte di un target complessivo entro il 2025 di 2.000 beneficiari, per i soli periodi di imposta 2020 e 2021 (benché il 2020 non sia coperto da PNRR), l’incentivo risulta già maturato da 15.023 imprese, tuttavia, sarebbe opportuno prevedere una procedura di certificazione delle attività formative al fine di prevenire abusi nell’applicazione degli incentivi.
Sarebbe anche auspicabile valorizzare maggiormente gli investimenti in software 4.0 e la trasformazione dei processi produttivi secondo i criteri ESG, al fine di far evolvere il sistema industriale italiano lungo le linee guida tracciate dal paradigma Industria 5.0.
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