Innovazione 4.0 e Risparmio Energetico: in arrivo 678 milioni di € destinati alle MPMI

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RAMSES GROUP NEWS n. 287 – 9 marzo 2022

Il Mise destina 678 milioni di €, provenienti dal fondo React-Eu e dei Fondi di Coesione, per supportare gli investimenti delle piccole e medie imprese Italiane nella realizzazione di progetti innovativi legati a tecnologie 4.0, economia circolare e risparmio energetico. In particolare, una quota pari al 25% dei finanziamenti previsti dal nuovo regime di aiuti sono destinati ai progetti proposti dalle micro, piccole e medie imprese.

Chi sono i beneficiari degli incentivi?

Il contributo è rivolto alle micro, piccole e medie imprese che intendono realizzare progetti innovativi in ambito 4.0 e di economia circolare.

Le imprese non dovranno aver effettuato, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, una delocalizzazione verso uno stabilimento situato in un’altra parte dello Spazio Economico Europeo (SEE) che realizzi prodotti o servizi oggetto dell’investimento, impegnandosi a non farlo anche fino ai 2 anni successivi al completamento dell’investimento stesso.

In cosa consiste il contributo?

Le agevolazioni saranno concesse in regime di Temporary Framework, sotto forma del contributo in conto impianti variabile in base al territorio e alla dimensione di impresa.

Difatti, l’aliquota massima sarà pari al:

  • Per le imprese della Calabria, Campania, Puglia, Sicilia

– micro e piccole imprese: 60% della spesa;

– medie imprese: 50%.

  • Per le imprese della Basilicata, del Molise Abruzzo Sardegna:

-micro e piccole imprese: 50%;

-medie imprese: 40%.

  • Infine, per le altre regioni il tetto massimo è:

-micro e piccole imprese: 35%;

-medie imprese: 25%.

Inoltre, per le imprese del Mezzogiorno è prevista una maggiorazione del 5% se il programma di investimenti viene concluso in 9 mesi, invece di 12.

Infine, in sede di valutazione delle domande verrà data priorità ai programmi di investimento per l’economia circolare e quelli in grado di portare all’azienda un risparmio energetico di almeno il 10% rispetto all’anno precedente.

Quali sono gli investimenti ammissibili ?

Il contributo agevola le attività dirette all’ampliamento della capacità produttiva, alla diversificazione della produzione, al cambiamento fondamentale del processo di produzione, o alla realizzazione di una nuova unità produttiva, attraverso l’utilizzo di tecnologie abilitanti individuate dal piano Transizione 4.0 (manifattura additiva, manifattura avanzata, realtà aumentata, integrazione automatizzata con il sistema logistico, Internet of Things, cloud, simulazione, cybersecurity, Big Data, blockchain e Intelligenza Artificiale).

In particolare, sono considerate ammissibili le spese relative a:

  • macchinari, impianti e attrezzature;
  • opere murarie, nei limiti del 40% dei costi ammissibili;
  • programmi informatici e licenze per l’uso di macchinari;
  • acquisizione di certificazioni ambientali.

Nel Mezzogiorno (Molise, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna) l’investimento minimo deve essere di 500.000 €, con un tetto massimo di 3 milioni (e comunque 80% dell’ultimo fatturato). Per le altre regioni la fascia è compresa tra 1 e 3 milioni di €.

Termini e modalità per la presentazione delle domande saranno noti con un successivo provvedimento ministeriale.

Contributi PMI: in arrivo 678 milioni dal MISE per la Transizione 4.0

Contributi PMI: il Ministero dello Sviluppo Economico attua un nuovo piano di aiuti, di 678 milioni di euro, destinato alle piccole e medie imprese che investono in progetti legati alla Transizione 4.0, grazie alle tecnologie 4.0, all’economia circolare e al risparmio energetico.

Il Ministro del MISE, Giancarlo Giorgetti, ha istituito una nuova linea di sostegno alle imprese italiane che investono sulla digitalizzazione delle attività manifatturiere.

Si tratta di un contributo che punta al potenziamento dei processi innovativi e alla transizione digitale delle industrie di piccole e medie dimensioni su tutto il territorio nazionale, in particolar modo nelle regioni del Mezzogiorno.

Al momento, il decreto, che impegna circa 678 milioni di euro, è al vaglio della Corte dei Conti e solo successivamente, sarà emanato un apposito provvedimento ministeriale per definire termini e modalità di presentazione delle domande per poter ottenere gli aiuti finanziari.

IN ARRIVO 678 MILIONI DI CONTRIBUTI PMI

Avviato un piano di aiuti dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) destinato alle PMI italiane, così come definite dalla raccomandazione della Commissione europea 2003/361/CE del 6 maggio 2003.

Lo stanziamento previsto dal decreto firmato dal Ministro Giancarlo Giorgetti ammonta a circa 678 milioni di euro per sostenere gli investimenti delle piccole e medie imprese (comprese le micro imprese) in progetti innovativi nell’ambito della transizione digitale.

Il nuovo regime di aiuti ha lo scopo di favorire la transizione digitale nel nostro Paese, con lo specifico scopo di attuare investimenti delle piccole e medie imprese in:
• tecnologie 4.0;
• economia circolare;
• risparmio energetico.

TECNOLOGIE 4.0

Il piano “Transizione 4.0” rappresenta il nuovo indirizzo della politica industriale del nostro Paese che aggiorna i precedenti piani “Impresa 4.0” e “Industry 4.0”.

Come descritto dal MISE, il piano “Transizione 4.0” è maggiormente inclusivo rispetto al passato ed è adottato in ottica green. Sostenibilità e innovazione parrebbero essere le parole d’ordine della quarta rivoluzione industriale.

La digital transformation che si intende attuare grazie ai piani di aiuto tende all’automazione e all’ICT (Information and Communications Technology). Si tratta di un passaggio epocale industriale in cui vi è interconnessione tra il mondo digitale e la produzione reale delle imprese manufatturiere.

Per compiere tale passaggio, e per ottenere il sostegno finanziario, le imprese devono investire nelle tecnologie abilitanti 4.0, ovvero quelle infrastrutture e strumenti connessi tra loro per generare valore aggiunto e vantaggio competitivo.

Le tecnologie abilitanti sono quelle già individuate nel piano Industry 4.0:

1. Advanced manufacturing solution: sono tecnologie (compresi i robot collaborativi) che possono essere interconnesse tra loro e controllabili da remoto;
2. Additive manufacturing e stampanti 3D: sono strumenti che permettono la realizzazione di oggetti tridimensionali partendo da modelli digitali che ne delineano il design. Il vantaggio è quello di poter creare prodotti con caratteristiche uniche e personalizzate, con risparmio di materiale e tempo;
3. Augmented reality: per realtà aumentata si intende la capacità di una tecnologia di arricchire e integrare la realtà con ulteriori dati e informazioni. Una delle applicazioni strategiche della realtà aumentata si ha nella logistica, dove il picking (ovvero l’attività di accoglienza e smistamento del materiale) è più preciso e puntuale;
4. Simulation: le simulazioni forniscono un aiuto nella programmazione e ottimizzazione dei processi di produzione e dei prodotti prima della loro realizzazione definitiva;
5. Horizontal/Vertical integration: grazie a una tecnologia interconnessa è possibile creare valore lungo tutta la catena del valore, sia tramite l’interazione verticale (con fornitori e clienti), sia orizzontale (con altre imprese operanti nella stessa filiera);
6. Industrial Internet of Things: dall’IoT all’IIoT (Industrial Internet of Things). Grazie ai sensori posti nei diversi macchinari aziendali, questi possono “dialogare” tra loro, consentendo un’efficace, costante e rapida trasmissione dei dati;
7. Cloud Computing: l’accesso ai dati è possibile attraverso browser internet con qualsiasi dispositivo, superando il limite di dover aver bisogno di server o reti LAN. Grande vantaggio del cloud computing è la possibilità di esternalizzare alcuni processi produttivi (outsourcing);
8. Cybersecurity: protegge i sistemi informatici dalle minacce e attacchi informatici;
9. Big Data & Analytics: data l’enorme mole di dati derivanti dall’utilizzo delle tecnologie 4.0, è necessario ricorrere alla gestione dei big data per l’acquisizione ed elaborazione delle informazioni.

ECONOMIA CIRCOLARE

Per economia circolare si intende un nuovo modo di sfruttare i materiali e le risorse disponibili in modo da creare prodotti in grado di sostenere l’ambiente e la sostenibilità.

A differenza dell’economia lineare, che ha caratterizzato il modello produttivo del secolo scorso, l’economia circolare punta a creare più cicli produttivi per ogni prodotto. Nell’economia lineare, invece, che si basava sull’assunzione di poter avere notevoli quantità di risorse ed energia a disposizione, il ciclo del prodotto era spesso unico e breve. Ciò comportava uno spreco enorme delle risorse. L’economia circolare, al contrario, punta al riciclo dei materiali, riducendo l’inquinamento e lo spreco dell’energia e delle risorse. Il nuovo modello economico e produttivo, dunque, punta alla sostenibilità ambientale generando nuova vita a prodotti e oggetti che con l’economia lineare non avrebbero avuto.

Il nuovo modello produttivo prevede le seguenti fasi:
• Progettazione ecologica di prodotti e servizi: si punta a realizzarli utilizzando materie prime riciclabili o biodegradabili e avvalendosi di energia rinnovabile; non solo, si punta anche a progettare nuovi prodotti a partire da beni già utilizzati e consumati e che sarebbero stati smaltiti nell’economia lineare;
• Produzione o rifabbricazione: è la fase in cui, dopo la progettazione, i beni o i servizi prendono vita in ottica sostenibile così come delineata nella fase della progettazione, sia per il primo ciclo di vita degli stessi, sia per i successivi utilizzi in ottica di riciclo;
• Distribuzione: è la fase in cui il bene o il servizio incontra il cliente;
• Consumo, uso, riutilizzo e riparazione: è la fase in cui il bene viene utilizzato o riutilizzato, anche grazie all’eventuale riparazione;
• Raccolta e riciclaggio: sono fasi essenziali per ridurre lo spreco delle risorse; è in questa fase che si recuperano oggetti e materiali che rientreranno a far parte di una nuova prima fase di progettazione sostenibile.

Circolarità del modello significa, dunque:
– utilizzare materiale biodegradabile ed energia rinnovabile;
– creare prodotti versatili e modulari in modo che possano essere riutilizzati;
– ridurre al minimo i rifiuti.

RISPARMIO ENERGETICO

Per risparmio energetico si intende l’utilizzo di materiali, tecniche e strumenti capaci di ridurre i consumi e il fabbisogno di energia necessaria per la produzione di beni e servizi e, in generale, per lo svolgimento delle diverse attività umane (riscaldamento domestico, mobilità, ecc.).

A CHI SONO DESTINATI I CONTRIBUTI PMI

Destinatari unici dei contributi PMI devoluti dal MISE sono le piccole medie imprese (comprese le micro imprese), così come sono state individuate dalla Raccomandazione della Commissione europea 2003/361/CE del 6 maggio 2003 che ha sostituito la precedente Raccomandazione 96/280/CE a partire dal 1° gennaio 2005.

In base a tale raccomandazione, sono considerate micro imprese le attività che:
a) ha meno di 10 occupati;
b) ha un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro.

Sono considerate piccole imprese le attività che:
a) ha meno di 50 occupati;
b) ha un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro.

Sono considerate medie imprese le attività che:
a) hanno meno di 250 occupati;
b) hanno un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro, oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro.
Per quanto riguarda le piccole e medie imprese, per essere definite tali, devono sussistere entrambe le condizioni indicate dalle lettere a) e b).

Aldilà della condizione dimensionale dell’impresa, è necessario rispettare alcune condizioni per aver diritto agli aiuti finanziari. Nello specifico, le imprese richiedenti:
• non dovranno aver effettuato, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, una delocalizzazione dell’attività verso un altro Stato dello Spazio Economico Europeo (SEE) che realizzi prodotti o servizi oggetto dell’investimento,
• non dovranno delocalizzare l’attività oggetto degli aiuti in un altro Stato dello Spazio Economico Europeo (SEE) nei due anni successivi al completamento dell’investimento stesso.

COME SONO DISTRIBUITI I CONTRIBUTI PMI

Favorire la transizione digitale nel Mezzogiorno è stato probabilmente uno degli obiettivi prioritari del Ministero dello Sviluppo Economico, ai fini della destinazione degli aiuti.
Infatti, dei 678 milioni circa stanziati per gli investimenti delle PMI in progetti innovativi, la maggior parte sono destinati alle regioni del Centro-Sud.

Nello specifico, gli investimenti da realizzare ammontano a:
• circa 250 milioni nelle regioni del Centro – Nord (Valle d’Aosta, Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Province Autonome di Trento e Bolzano, Emilia-Romagna Lazio, Marche, Toscana, Umbria);
• circa 428 milioni nelle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna).

CONTRIBUTI PMI: A QUANTO AMMONTANO

I fondi stanziati dal MISE per il nuovo strumento di sostegno alle imprese manufatturiere sono pari a circa 678 milioni di euro.
Come detto, saranno utilizzati per favorire la transizione digitale sull’intero territorio nazionale, con particolare dotazione alle regioni del Mezzogiorno.

Inoltre, una percentuale fissa di stanziamenti è rivolta ai progetti delle micro e piccole imprese. A loro, infatti, è destinato il 25% dell’ammontare complessivo del nuovo regime di aiuti.

Ad ogni modo, l’importo massimo agevolabile per ogni investimento innovativo non potrà essere superiore ai 3 milioni di euro.

Per ottenere il contributo PMI, i progetti innovativi dovranno favorire la trasformazione digitale dell’attività manifatturiera grazie all’implementazione di tecnologie abilitanti. Inoltre, particolare attenzione sarà rivolta ai progetti che mirano a favorire l’economia circolare, la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico.

Le modalità di partecipazione e di presentazione della domanda di accesso al beneficio saranno illustrate ad un prossimo provvedimento ministeriale.

I fondi sono garantiti dal programma d’investimento europeo React-Eu e dai fondi di coesione.
Solo per ricordare, il programam React-Eu rientra nell’ambito del piano NextGenerationEU con lo scopo di favorire la ripresa economica dopo la crisi innescata dalla pandemia da Covid-19.

Inoltre, come specificato nella nota del Ministero dello Sviluppo Economico, le agevolazioni saranno concesse utilizzando le possibilità offerte dal Temporary framework comunitario. Ciò significa che l’Italia, così come gli altri Stati membri dell’UE, possono autorizzare aiuti al sistema economico in deroga all’ordinaria disciplina sugli aiuti di Stato.

CONTRIBUTI PMI: LA NOTA DEL MISE

In attesa del vaglio della Corte dei Conti e del successivo provvedimento ministeriale del MISE, il Ministro dello Sviluppo economico ha diffuso tramite una nota pubblicata sul sito del ministero le finalità del nuovo regime di aiuti.

Da ministro dello sviluppo economico è mio dovere tutelare le imprese italiane, individuando tutte le risorse e gli strumenti necessari per sostenere gli investimenti in progetti innovativi che mirano anche a ridurre l’impatto energetico sui processi produttivi”, si legge nella nota. “E’ questa un’altra importante linea d’azione da perseguire per fronteggiare, in un’ottica di medio e lungo periodo, il caro bollette“, ha dichiarato il Ministro Giorgetti. “La capacità del nostro sistema imprenditoriale di rimanere competitivo sui mercati passa infatti dall’ammodernamento degli impianti attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie che, oltre a incrementare la produttività e migliorare la sostenibilità ambientale, devono favorire sviluppo e occupazione“.

ATTENZIONE!

I termini e le modalità per poter presentare la domanda e ottenere l’agevolazione legata alla Transizione 4.0 devono ancora essere indicati. Di certo, per poter inviare l’istanza, l’impresa dovrà fornire, oltre al progetto legato alle tecnologie 4.0, all’economia circolare e al risparmio energetico, anche documenti aziendali.

PMI e tecnologie 4.0: in arrivo 678 milioni per investimenti e risparmio energetico

Un nuovo regime di aiuti di 678 milioni di euro è stato istituito dal ministro dello sviluppo economico al fine di supportare gli investimenti delle piccole e medie imprese italiane nella messa in atto di progetti innovativi che si leghino a tecnologie 4.0, economia circolare e risparmio energetico.

Questo è previsto dal decreto firmato dal titolare del Mise che va a disciplinare i finanziamenti garantiti dal programma  d’investimento europeo React-Eu e dai fondi di coesione.

Afferma Giorgetti “Da ministro dello sviluppo economico è mio dovere tutelare le imprese italiane, individuando tutte le risorse e gli strumenti necessari per sostenere gli investimenti in progetti innovativi che mirano anche a ridurre l’impatto energetico sui processi produttivi. E’ questa un’altra importante linea d’azione da perseguire per fronteggiare, in un’ottica di medio e lungo periodo, il caro bollette“.

La capacità del nostro sistema imprenditoriale di rimanere competitivo sui mercati – aggiunge il ministro – passa infatti dall’ammodernamento degli impianti attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie che, oltre a incrementare la produttività e migliorare la sostenibilità ambientale, devono favorire sviluppo e occupazione“.

In particolare, i finanziamenti previsti dal nuovo regime di aiuti sono destinati:

  • Per circa 250 milioni agli investimenti da realizzare nelle regioni del Centro – Nord (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto, Umbria e Province Autonome di Bolzano e di Trento);
  • Per circa 428 milioni sono previsti per quelli nelle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna).
  • Di queste risorse, una quota pari al 25% è destinata ai progetti proposti dalle micro e piccole imprese.

Ogni investimento innovativo avrà un importo massimo agevolabile non superiore a 3 milioni di euro e dovrà essere finalizzato ad una trasformazione digitale dell’attività manifatturiera delle Pmi grazie al supporto di tecnologie abilitanti individuate dal piano Transizione 4.0.

I progetti che mirano a favorire l’economia circolare, la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico godranno di un particolare booster.

Le imprese che sceglieranno di richiedere l’agevolazione dovranno essere in possesso del seguente requisito fondamentale:

  • Non dovranno aver effettuato, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, una delocalizzazione verso uno stabilimento situato in un’altra parte dello Spazio Economico Europeo (SEE) che realizzi prodotti o servizi oggetto dell’investimento, impegnandosi a non farlo anche fino ai 2 anni successivi al completamento dell’investimento stesso.

Le agevolazioni verranno concesse utilizzando le possibilità offerte dal Temporary framework comunitario.

La Corte dei Conti provvederà alla registrazione del decreto.

Tempistiche di presentazione delle domande.

Le PMI che vorranno beneficiare delle agevolazioni, potranno presentare domanda nei termini e nelle modalità che verranno definite con un successivo provvedimento ministeriale.

Dal Mise 678 milioni per le Pmi innovative

Per chi sta realizzando progetti legati alle tecnologie 4.0, all’economia circolare e al risparmio energetico ci sarà la possibilità di accedere a contributi specifici. A breve il Governo stanzierà su queste aree d’azione quasi 700 milioni di euro.

Sono in arrivo ben 678 milioni di euro per le piccole e medie imprese italiane che intendono realizzare progetti innovativi legati a tecnologie 4.0, economia circolare e risparmio energetico. Si tratta di un nuovo regime di aiuti, istituito per decreto dal ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, che va a disciplinare i finanziamenti sia quelli garantiti in modo strutturale dal Fondo di Coesione dell’Unione sia quelli previsti dal programma d’investimento europeo React-Eu, il “programma-ponte” creato nell’emergenza della pandemia per riunire ed estendere altre misure emergenziali adottate nello stesso periodo nell’ambito della politica comunitaria. L’obiettivo è duplice: sostenere la ripresa dalla crisi del coronavirus, ma al contempo sollecitare un’equa transizione verde e digitale all’interno della Ue.

Il Piano Transizione 4.0 ingrana la quarta

È lo stesso Giorgetti a spiegare la logica sottostante a un decreto che prevede uno stanziamento così imponente: «Da ministro dello sviluppo economico è mio dovere tutelare le imprese italiane, individuando tutte le risorse e gli strumenti necessari per sostenere gli investimenti in progetti innovativi che mirano anche a ridurre l’impatto energetico sui processi produttivi. È questa un’altra importante linea d’azione da perseguire per fronteggiare, in un’ottica di medio e lungo periodo, il caro bollette», dichiara il ministro. «La capacità del nostro sistema imprenditoriale di rimanere competitivo sui mercati passa infatti dall’ammodernamento degli impianti attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie che, oltre a incrementare la produttività e migliorare la sostenibilità ambientale, devono favorire sviluppo e occupazione».

Nuovi progetti, nuove attese

Grande attenzione del Governo, dunque, alle imprese innovative, anche piccole e giovani, che sappiano fornire un importante contributo al Paese lanciando nuove idee e creando reali opportunità per fare impresa generando nuova occupazione. L’importo massimo agevolabile per ogni investimento innovativo non potrà mai superare i 3 milioni di euro e dovrà favorire la trasformazione digitale dell’attività manifatturiera delle Pmi attraverso l’utilizzo di tecnologie abilitanti individuate dal piano Transizione 4.0. Una particolare considerazione avranno anche i progetti che incoraggiano l’economia circolare, la  sostenibilità ambientale e il risparmio energetico. La disponibilità di questi fondi avrà di certo un effetto “boost” sulla politica industriale del nostro Paese, una politica sempre più inclusiva e attenta alla sostenibilità anche perché in gran parte sollecitata dal Green Deal Europeo.

Da Nord a Sud: la rotta dei finanziamenti

Nel dettaglio circa 250 milioni sono destinati agli investimenti da realizzare nelle regioni del Centro-Nord (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto, Umbria e Province Autonome di Bolzano e di Trento), mentre circa 428 milioni sono previsti per quelli nelle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna).

 Di queste risorse, il 25% è destinato ai progetti proposti dalle micro e piccole imprese.

 Alle imprese che richiederanno l’agevolazione (concessa utilizzando le possibilità offerte dal Temporary Framework comunitario) è richiesto un ulteriore requisito: 

non aver effettuato, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, una delocalizzazione verso uno stabilimento situato in un’altra parte del See, lo Spazio economico europeo, che realizzi prodotti o servizi oggetto dell’investimento, impegnandosi a non farlo anche fino ai due anni successivi al completamento del finanziamento stesso.

In attesa del via della Corte dei Conti

Le Pmi interessate potranno presentare domanda nei termini e nelle modalità che verranno definite con un successivo provvedimento ministeriale.

Al momento infatti il decreto, dopo essere stato firmato dal ministro allo Sviluppo economico, è stato inviato alla Corte dei Conti per la registrazione.

Nuovi fondi alle PMI per risparmio energetico e investimenti 4.0

Le risorse stanziate provengono dal programma d’investimento europeo React-Eu e dai fondi di coesione. Ecco come verranno ripartite.

Il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha istituito un nuovo regime di aiuti per sostenere con 678 milioni di euro gli investimenti delle piccole e medie imprese italiane nella realizzazione di progetti innovativi legati a tecnologie 4.0, economia circolare e risparmio energetico.

È quanto prevede il decreto firmato dal titolare del Mise che disciplina i finanziamenti garantiti dal programma d’investimento europeo React-Eu e dai fondi di coesione.

React-Eu, L’Europa riparte con nuovi fondi alle PMI dopo l’emergenza Covid

Gli aiuti in arrivo in Italia, in questo senso, fanno parte di un programma che estende i suoi interventi in tutta Europa. Con l’impiego mirato di fondi, infatti, React-Eu ha come scopo quello di sostenere la ripresa post Covid.

Si tratta di risorse mirate a sostenere progetti di investimento che promuovono le capacità di riparazione delle crisi e contribuiscono a una ripresa verde, digitale e resiliente dell’economia, compreso il sostegno al mantenimento dei posti di lavoro, i regimi di riduzione dell’orario di lavoro e il sostegno ai lavoratori autonomi. Le stesse possono essere indirizzate inoltre a misure per l’occupazione giovanile, i sistemi sanitari, la fornitura di capitale circolante o per le piccole e medie imprese.

Non è una nuova fonte di finanziamento, ma un’integrazione agli stanziamenti del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e del Fondo Sociale Europeo 2014-2020, che a sua volta va a completare le risorse messe a disposizione dall’UE nell’ambito dei cd. “fondi di coesione”, anche questi destinati a garantire assistenza finanziaria agli Stati Membri.

La ripartizione dei fondi alle PMI

I finanziamenti previsti dal nuovo regime di aiuti serviranno per investimenti da realizzare a livello regionale.

In particolare, le risorse saranno così distribuite:

  •  circa 250 milioni andranno alle regioni del Centro – Nord (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto, Umbria e Province Autonome di Bolzano e di Trento);
  • mentre circa 428 milioni sono previsti per quelli nelle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna).

Di queste risorse, una quota pari al 25% è destinata ai progetti proposti dalle micro e piccole imprese.

A chi sono destinati i fondi del Mise

Non è stato ancora chiarito quando e come questi nuovi aiuti potranno essere richiesti dalle imprese, né tanto meno quali saranno le modalità di riconoscimento (o i tempi di erogazione). Il decreto, infatti, è stato inviato alla Corte dei Conti per la registrazione. Pertanto, le PMI interessate potranno presentare domanda nei termini e nelle modalità che verranno definite con un successivo provvedimento ministeriale.

Il Ministero dello sviluppo economico, però, ha già dettato le prime linee guida per quanto riguarda gli importi. A tal proposito, come già decretato, l’importo massimo agevolabile per ogni investimento innovativo non potrà essere superiore a 3 milioni di euro e dovrà favorire la trasformazione digitale dell’attività manifatturiera delle PMI attraverso l’utilizzo di tecnologie abilitanti individuate dal piano Transizione 4.0.

Inoltre, una particolare attenzione verrà rivolta ai progetti che puntano a favorire l’ economia circolare, la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico.

Saranno escluse dall’agevolazione, invece, le imprese che hanno effettuato, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, una delocalizzazione verso uno stabilimento situato in un’altra parte dello Spazio Economico Europeo (SEE) che realizzi prodotti o servizi oggetto dell’investimento, impegnandosi a non farlo anche fino ai 2 anni successivi al completamento dell’investimento stesso.

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