FONDO PER IL SOSTEGNO ALLA TRANSIZIONE INDUSTRIALE 2025

RAMSES GROUP NEWS n. 710 – 17 gennaio 2025 – AGGIORNAMENTO 24 gennaio 2025

Il Fondo per il sostegno alla transizione industriale 2025 si rivolge alle imprese di ogni dimensione presenti su tutto il territorio nazionale.
I beneficiari devono essere imprese costituite e iscritte nel Registro delle Imprese, con attività prevalente nei settori manifatturieri, identificati dalla sezione C della classificazione delle attività economiche ATECO 2007.

Il Fondo per il sostegno alla transizione industriale si rivolge alle imprese che investono nella tutela ambientale con l’obiettivo di ottenere una maggiore efficienza energetica nell’esecuzione dell’attività d’impresa o di raggiungere un uso più efficiente delle risorse nell’ambito dei propri processi produttivi.

L’incentivo punta a favorire l’adeguamento del sistema produttivo italiano alle politiche UE sulla lotta ai cambiamenti climatici.

Per la prima attuazione degli interventi il Fondo è stato dotato di una dotazione finanziaria iniziale di 300 milioni di euro, poi integrata da ulteriori 150 milioni di euro. 

Con la seconda attuazione degli interventi il Fondo può contare su una nuova dotazione di 400 milioni di euro previsti nell’ambito del PNRR Missione 1, Componente 2, Investimento 7 (Sottoinvestimento 1) “Sostegno al sistema di produzione per la transizione ecologica, le tecnologie a zero emissioni nette e la competitività e la resilienza delle catene di approvvigionamento strategiche”.

Le agevolazioni sono rivolte a imprese di qualsiasi dimensione e operanti sull’intero territorio nazionale, che alla data di presentazione della domanda:

– sono regolarmente costituite, iscritte e attive nel registro delle imprese
– presentano programmi di investimento relativi a una sola unità produttiva, nella quale deve essere svolta un’attività rientrante nel settore manifatturiero di cui alla sezione C della classificazione delle attività economiche ATECO 2007
– sono nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non sono in liquidazione volontaria e non sono sottoposte a procedure concorsuali
– non sono già in difficoltà al 31 dicembre 2019
– non rientrano tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato gli aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea
– hanno restituito somme dovute a seguito di provvedimenti di revoca di agevolazioni concesse dal Ministero
– sono in regola con le disposizioni vigenti in materia obblighi contributivi
– non si trovano in una delle situazioni di esclusione previste dall’art. 5, comma 2, del DM 21 ottobre 2022.

Il 50% delle risorse del Fondo è riservato alle imprese energivore (quelle inserite nell’elenco tenuto dalla Cassa per i servizi energetici e ambientali – CSEA, relativo alle imprese a forte consumo di energia ai sensi dell’articolo 19, comma 2, della legge 20 novembre 2017, n. 167).

Almeno il 40% delle risorse è destinato ai progetti da realizzare nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Tra gli obiettivi del fondo rientra il sostegno agli investimenti destinati al miglioramento dell’efficienza energetica. Le agevolazioni sono erogate sotto forma di contributi a fondo perduto, con percentuali variabili in base alla metodologia di calcolo delle spese e alla localizzazione geografica dell’investimento.

Ad esempio, per investimenti che migliorano significativamente l’efficienza energetica degli edifici produttivi, il contributo è generalmente pari al 30% delle spese ammissibili.

Può essere aumentato per:
– piccole imprese (+20 punti percentuali);
– medie imprese (+10 punti percentuali);
– investimenti effettuati in zone svantaggiate (+15 punti percentuali per le zone A, +5 per le zone C).

Se l’investimento riguarda l’installazione o la sostituzione di singoli elementi edilizi, l’intensità del contributo è ridotta al 25%, ma può crescere ulteriormente in caso di significativi miglioramenti energetici, come una riduzione di almeno il 40% dell’energia primaria consumata.

Le agevolazioni sono concesse nella forma del contributo a fondo perduto alle condizioni ed entro i limiti delle intensità massime di aiuto previste dal Regolamento GBER e dalla sezione 2.6: Aiuti a favore della decarbonizzazione del “Quadro temporaneo”.

Il fondo prevede inoltre agevolazioni per investimenti nella produzione e nello stoccaggio di energia, in particolare per fonti rinnovabili e idrogeno.
Gli incentivi possono raggiungere il 45% delle spese ammissibili per:
– produzione di energia rinnovabile;
– cogenerazione ad alto rendimento;
– produzione di idrogeno da fonti rinnovabili.

Il 30% delle spese ammissibili per:
– impianti di stoccaggio;
– cogenerazione diversa da quella ad alto rendimento;

In entrambi i casi, sono previste maggiorazioni per le PMI (+20 punti percentuali per le piccole imprese, +10 per le medie imprese).

Per gli investimenti relativi all’installazione di impianti da autoproduzione di energia sono concesse agevolazioni pari al:
45%per gli investimenti nell’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili o di idrogeno rinnovabile o alla cogenerazione ad alto rendimento. Sono previste maggiorazioni del 20% per le piccole imprese e del 10% per le medie imprese
30%per gli investimenti finalizzati alla realizzazione di impianti di stoccaggio e per quelli destinati alla cogenerazione diversa da quella di cui sopra. Sono previste maggiorazioni del 20% per le piccole imprese e del 10% per le medie imprese

Un altro pilastro del fondo riguarda l’uso efficiente delle risorse e la circolarità del processo produttivo. Gli investimenti in questo ambito possono beneficiare di un contributo a fondo perduto pari al 40% dei costi ammissibili, con incrementi specifici per le PMI e per le aree geografiche meno sviluppate.

Gli obiettivi principali di questi investimenti includono:
– riduzione del consumo di acqua;
– ottimizzazione nell’uso di materie prime;
– diminuzione dei rifiuti conferiti in discarica.

Sono incentivati interventi tecnologici innovativi che favoriscano il riutilizzo o il riciclo di materiali e risorse, purché non si tratti di pratiche commerciali già consolidate a livello europeo.

Per gli investimenti relativi al cambiamento fondamentale del processo produttivo le agevolazioni sono concesse nella forma del contributo a fondo perduto e il valore dell’intensità è disciplinato dalla Carta degli aiuti a finalità regionale in funzione della dimensione aziendale delle imprese richiedenti e della zona oggetto di investimento.

Le spese considerate ammissibili includono:
– opere murarie strettamente legate agli obiettivi ambientali;
– impianti e attrezzature nuove di fabbrica;
– programmi informatici, brevetti e know-how legati a tecnologie innovative.

Gli investimenti devono:
– avere un valore minimo di 3 milioni di euro e un massimo di 20 milioni;
– essere avviati dopo la presentazione della domanda;
– essere completati entro 36 mesi dalla concessione del contributo.

Una parte significativa delle risorse, pari al 50%, è riservata alle imprese energivore, mentre il 40% delle risorse annuali è destinato alle aziende del Sud Italia.

Le imprese possono presentare una singola domanda per unità produttiva, indipendentemente dalla pluralità di obiettivi ambientali perseguiti dal programma di investimento, in via telematica accedendo alla piattaforma predisposta da Invitalia.
Si prevede una procedura valutativa a graduatoria atta a determinare l’ordine di ammissione alle valutazioni istruttorie sulla base dei punteggi attribuiti ai singoli programmi di investimento.
Il punteggio attribuibile a ciascun programma di investimento è determinabile sulla base dei risultati ottenuti a seguito della realizzazione del programma di investimenti in diversi ambiti ambientali.

I risultati ottenuti a seguito della realizzazione degli investimenti, come individuati nella relazione tecnica, sono valorizzati mediante l’utilizzo di indicatori specifici in relazione a ciascuno dei diversi ambiti ambientali.

Laddove si presentino situazioni di parità di punteggio, sarà data preferenza alla domanda di agevolazione il cui contributo agevolativo risulti più contenuto. La graduatoria finale sarà resa disponibile nella competente sezione dei siti internet del Ministero e del Soggetto gestore.

Le domande saranno valutate in base a una graduatoria, con l’ammissione alle agevolazioni fino all’esaurimento delle risorse disponibili. . Le domande valutate positivamente saranno ammesse alle agevolazioni fino a concorrenza delle risorse disponibili.
Lo sportello per la presentazione delle richieste sarà aperto dalle ore 12:00 del 5 febbraio 2025 fino alle ore 12:00 dell’8 aprile 2025.

Con questo fondo, il governo intende promuovere una transizione industriale sostenibile, incentivando le imprese ad adottare pratiche innovative che contribuiscano al risparmio energetico, alla sostenibilità ambientale e alla competitività del sistema produttivo nazionale.

DD 23 dicembre 2024
DI 21 ottobre 2022

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