RAMSES GROUP NEWS n. 694 – 10 ottobre 2024
Sentenza storica del Tribunale di Teramo: vittoria per l’Avv. Argento
Il Tribunale di Teramo ha emesso una sentenza che potrebbe avere ripercussioni significative per le relazioni tra clienti e istituti bancari, sancendo la nullità di diverse clausole contrattuali e condannando una banca al pagamento di 138.594 euro in favore della società correntista, rappresentata dall’Avv. Emanuele Argento.
Il contesto della controversia
La controversia è nata con l’atto di citazione del 22 settembre 2014, quando la società correntista e i fideiussori hanno convenuto in giudizio l’istituto di credito, chiedendo la nullità dei contratti stipulati sin dal 1988 e la restituzione di somme indebitamente versate.
Dall’analisi del conto corrente è emerso che la banca aveva applicato interessi anatocistici, usurari e commissioni non pattuite, in violazione della normativa vigente.
Le violazioni riscontrate
La società ha sottoposto il conto a verifica tecnica, rilevando diverse criticità. Tra le irregolarità figurano:
– Anatocismo e usura, applicazione di tassi d’interesse superiori al tasso soglia e capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi, pratica dichiarata nulla dalla Corte di Cassazione;
– Clausole di rinvio agli usi, le condizioni economiche del conto non erano state definite al momento della stipula e venivano stabilite “secondo l’uso piazza”, in violazione dell’art. 1284 del Codice Civile, che richiede la determinazione per iscritto degli interessi superiori alla misura legale;
– Commissione di massimo scoperto, applicata anche per periodi inferiori a 30 giorni e calcolata su scoperti oltre il limite concordato, pratica vietata dalle norme introdotte nel 2009.
La difesa della banca e la decisione del giudice
L’istituto di credito si è difeso eccependo la prescrizione e contestando le richieste di rimborso, sostenendo l’inammissibilità della domanda poiché il conto era ancora in essere all’inizio della causa. Tuttavia, il Tribunale ha respinto questa tesi, considerando la chiusura del conto nel corso del procedimento e ribadendo che, in base alla giurisprudenza consolidata, la chiusura del conto rende ammissibile la domanda di ripetizione anche se sopravvenuta.
Il verdetto
Il giudice ha stabilito la nullità delle clausole contrattuali del conto corrente fino al 2009, nonché della commissione di massimo scoperto applicata fino al 2013.
La banca è stata condannata a pagare alla società correntista una somma complessiva di 138.594 euro, a titolo di rimborso per gli importi addebitati illegittimamente, oltre agli interessi legali maturati dal 2014 fino al saldo effettivo.
Inoltre, l’istituto dovrà farsi carico delle spese legali e delle consulenze tecniche, liquidate con provvedimenti del 2018 e del 2024.
Implicazioni della sentenza
Questa sentenza conferma la crescente attenzione dei tribunali verso la tutela dei clienti bancari e il rigore nell’applicazione della normativa sugli interessi e le commissioni. Il caso sottolinea l’importanza per le banche di garantire la trasparenza contrattuale e la corretta gestione dei rapporti di credito, in conformità con le leggi vigenti. La decisione del Tribunale di Teramo potrebbe aprire la strada a nuove cause da parte di altri correntisti che ritengono di aver subito analoghi abusi.
L’istituto di credito ha ora la possibilità di ricorrere in appello, ma l’esito del giudizio potrebbe essere determinante nel ridefinire i confini della responsabilità bancaria nelle controversie su contratti di lunga durata.
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