Fisco, lavoro, imprese, turismo, famiglie: la bozza del DECRETO MAGGIO

Apertura del Ministro Patuanelli a rivedere il Piano Transizione 4.0 (ex impresa 4.0)

RAMSES GROUP NEWS n.81 – 8 Maggio 2020 

Il decreto aprile, o decreto maggio, dovrebbe arrivare entro questa settimana. Fra gli assi portanti: rinnovo dei fondi per la cassa integrazione, bonus per gli autonomi a 800 euro con un clic, contributi a fondo perduto per micro e piccole imprese, sostegno al turismo.

Ecco le principali direttive lungo cui si muove il decreto:

Decreto aprile/ maggio (oramai): quali misure fiscali ci saranno?

Sospensione di tasse, contributi, Imu e Tari

Stop agli adempimenti fiscali: oltre all’estensione alle scadenze di aprile e maggio – IVA trimestrale inclusa – tra le novità del decreto aprile, o decreto Sblocca Paese, c’è la sospensione degli avvisi bonari. Sul tavolo del Governo anche la sospensione dei tributi locali, come Imu e Tari, fino al 30 novembre in cambio di un prestito da Cdp sostenuto dalla garanzia statale.

Stop ai tributi locali e versamenti

Per la sospensione dei tributi locali è allo studio una moratoria – che si protrarrà probabilmente fino a fine luglio – insieme ad un fondo da 3,5 miliardi di euro per compensare le mancate entrate di Comuni e province.

Per il pagamento dell’IMU 2020, in scadenza a metà giugno, si ipotizza una proroga di due mesi fino al 16 agosto.

Sul fronte dei versamenti e degli adempimenti tributari, viene dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti la richiesta di sospendere i termini di pagamento almeno fino a settembre. 

Indici di affidabilità economica

Tra le ipotesi al vaglio c’è anche l’introduzione nel decreto aprile di una proposta proveniente da Fratelli d’Italia: la sospensione degli indici di affidabilità economica (Isa). In base a quanto riportato dal Sole 24 Ore la misura, se confermata, prevede anche un “ampliamento del meccanismo premiale degli Isa” in base al quale “chi raggiungerà un voto più che sufficiente si vedrà attenuare la stretta sulle ritenute negli appalti e quella sulle compensazioni disposte dal Dl fiscale di fine anno”.

Stop agli atti di accertamento

Potrebbe essere poi sospeso anche l’invio di accertamenti e cartelle fino al 30 settembre, prorogando di tre mesi lo stop attualmente previsto fino a fine maggio.

A questa sospensione, se approvata, dovrebbero affiancarsi anche altre misure fiscali a sostegno dei contribuenti in difficoltà, tra cui la sospensione dei pignoramenti su stipendi e pensioni per i debiti con il fisco.

Rinvio sugar tax e plastic tax

Il Governo potrebbe anche decidere di rinviare l’entrata in vigore della sugar tax – la tassa sulle bibite zuccherate – e della plastic-tax – l’imposta sul consumo di manufatti in plastica – attese rispettivamente per luglio e ottobre, per dare maggiore respiro alle imprese.

Bonus 600 euro sale fino a 1000 euro

La portata del bonus destinato a partite IVA, lavoratori autonomi, commercianti e artigiani è destinata a passare dalle 600 euro previste dal Cura Italia  fino ai mille euro, con qualche novità.

In base alla bozza del decreto maggio potranno accedere al nuovo bonus INPS per i mesi di aprile e maggio i soggetti già previsti dal decreto legge del 17 marzo 2020 e anche altri soggetti, tra cui gli incaricati alle vendite a domicilio.

Misure per cassa integrazione, reddito di cittadinanza e Naspi 

Prolungato lo stop ai licenziamenti collettivi e individuali per motivo economico: il decreto Cura Italia già prevedeva lo stop ai licenziamenti di 2 mesi, fino cioè a metà maggio, e il decret maggio prolunga di altri tre mesi gli stop.

Nel decreto legge aprile saranno rifinanziati tutti gli ammortizzatori sociali già previsti a marzo : previsto quindi il rifinanziamento della cassa integrazione per 9 settimane e l’allungamento della Naspi e Discoll.

Al reddito di cittadinanza – che avrà parametri più soft – verrà affiancato un altro strumento, il cosiddetto reddito di emergenza per tre mensilità, a partire da maggio, per i nuclei familiari: avrà un importo che va da 400 euro mensili per un single, crescente in base al numero di componenti, fino a 800 euro mensili

Il Rem è riconosciuto ai nuclei familiari in possesso cumulativamente, al momento della domanda e nelle mensilità in cui il beneficio viene erogato, salvo diversa specificazione, dei seguenti requisiti

  • residenza in Italia, verificata con riferimento al componente richiedente il beneficio; 
  • un valore del reddito familiare, nel mese precedente la richiesta del beneficio e in ciascuna mensilità che precede le erogazioni successive, inferiore ad una soglia pari all’ammontare del beneficio; 
  • un valore del patrimonio mobiliare familiare con riferimento all’anno 2019 inferiore a una soglia di euro 10.000, accresciuta di euro 5.000 per ogni componente successivo al primo e fino ad un massimo di euro 20.000; 
  • un valore dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) inferiore ad euro 15.000.

Il reddito di emergenza non è compatibile con il bonus autonomi, ma può andare ai percettori del reddito di cittadinanza come forma di integrazione del reddito.

Inoltre, i percettori del reddito di cittadinanza, ammortizzatori sociali, Naspi e Discoll possono stipulare con datori lavoro settore agricolo contratti a termine fino a 30 giorni, rinnovabili di ulteriori 30 giorni, senza subire la perdita dei benefici. 

Previsto anche l’ampliamento dei congedi parentali e un’indennità per colf e badanti in regola: per queste ultime si palra di un’indennità  una somma media di 400 euro se il contratto di lavoro è fino a 20 ore, e di 600 euro se supera tale soglia. Importo legato a due parametri: le ore di lavoro previste dal contratto e quelle effettivamente svolte. 

Pacchetto imprese: contributi a fondo perduto per le micro e PMI

Per le imprese fino a 9 dipendenti la cui attività è stata danneggiata dal lockdown il MISE starebbe pensando a una misura di sostegno sotto forma di contributi a fondo perduto. Nel decreto aprile dovrebbero essere definite le modalità e le caratteristiche dell’intervento.

I contributi potranno contare su una dotazione di 8 miliardi di euro attraverso un Fondo di solidarietà dedicato. L’importo medio dovrebbe essere dell’ordine dei 5mila euro.

Nel pacchetto per le imprese “ci saranno anche lo sblocco di 12 miliardi di pagamenti della Pubblica amministrazione, le agevolazioni sugli affitti degli immobili e il taglio delle bollette”.

Previsto anche un fondo per la ricapitalizzazione delle imprese che hanno meno di 250 dipendenti,  e la creazione di un patrimonio destinato di Cassa depositi e prestiti per le operazioni in equity.

Bonus affitti più ampio, garanzie alla liquidità, bonus turismo

Tra le ipotesi allo studio, l’ampliamento della platea di coloro che potranno accedere al credito d’imposta del 60% dell’affitto dei locali dove si svolge l’attività produttiva. Oltre a botteghe e negozi, tra i nuovi soggetti ammessi ci sarebbero anche albergatoritour operator e professionisti e più in generale tutti gli immobili ad uso non abitativo colpiti dall’emergenza sanitaria e dalle misure di contenimento. Il credito d’imposta dovrebbe essere prorogato anche ai mesi di aprile e maggio. 

Per sostenere proprio il settore turismo, e in generale quelli che più a lungo soffriranno le conseguenze dell’emergenza coronavirus, il Governo ha allo studio prestiti a lunghissimo termine garantiti dallo Stato attraverso emissioni di bond di Cassa depositi e prestiti dedicati a intere filiere. 

Si pensa anche a un bonus per sostenere il turismo in Italia: una detrazione fiscale delle spese del 2020 per soggiorni di almeno tre notti presso strutture ricettive italiane. L’ipotesi di partenza è riservare il beneficio a lavoratori  dipendenti e professionisti con un reddito complessivo compreso tra 7.500 e 26mila euro: il bonus potrebbe arrivare fino a 325 euro. 

Congedi voucher e assegni: gli aiuti per le famiglie

Uno dei nodi più complessi da sbrogliare nel decreto maggio, ex decreto aprile, è quello relativo alle misure a sostegno delle famiglie italiane. Allo studio del Governo si fa avanti l’ipotesi di rinnovare i provvedimenti già varati nel Decreto Cura Italia, anche se con qualche modifica e incertezza. 

Se da un lato l’implementazione dell’assegno familiare scatena perplessità ed opinioni contrastanti, dall’altro sembra esserci un certo accordo sul reinserimento di interventi quali:

  • congedo parentale straordinario prorogato fino a settembre; agevolazione che consentirà a uno dei genitori lavoratori di restare con i figli minori di 12 anni, rimasti a casa dopo la decisione di chiudere le scuole, per un periodo continuativo o frazionato non superiore a 30 giorni. 
  • voucher baby sitter raddoppiato da 600 a 1200 euro al mese; utile non solo al pagamento delle baby sitter, ma anche per l’iscrizione ai servizi integrativi per l’infanzia, ai servizi socio educativi territoriali, ai centri con funzione educativa e ricreativa e ai servizi integrativi o innovativi per la prima infanzia. Molto probabilmente verrà raddoppiata, passando da 1.000 euro a 2.000 euro, anche il bonus per genitori appartenenti alle categorie del personale sanitario e tecnico.

Sul tavolo di discussione anche due protocolli e linee guida da sottoporre al premier Conte e al comitato tecnico scientifico, con l’obiettivo di garantire un piano di attività educative per bambini e ragazzi e, allo stesso tempo, un sostegno reale ai genitori nella ripresa dell’attività lavorativa.

Tra le novità in attesa di conferma ci sarebbe, a tal proposito, una detrazione fiscale da 300 euro per i centri estivi diurni o residenziali, insieme ai centri di aggregazione giovanile, dedicato ai ragazzi fino a 16 anni. Lo sconto varrebbe per le spese sostenute nel 2020 per le famiglie con redditi che non superano i 36mila euro. 

Infine, per oltre 500mila colf e badanti regolari, che non stanno lavorando a causa dell’emergenza sanitaria, si fa avanti l’ipotesi di un indennizzo mensile che va oscilla tra 400 euro e 600 euro, in base all’orario di lavoro contrattualizzato, a due condizioni: la prima è che non convivano con la famiglia datrice di lavoro; la seconda è che vi sia stata una comprovata riduzione di almeno il 25 per cento dell’orario complessivo di lavoro.

Bonus 200 euro per l’acquisto di bici, hoverboard e monopattini 

Con l’avvio della Fase 2 circa 3 milioni di persone si muoveranno in tutta Italia, molte delle quali utilizzando i mezzi pubblici. Per decongestionare l’affluenza a bus, metro e tram ed evitare al contempo l’aumento del traffico, il Governo ha allo studio un bonus mobilità alternativa e corsie preferenziali per bici e motorini.

Il bonus di 200 euro sarà rivolto ai residenti nelle città metropolitane e aree urbane con più di 60mila abitanti. Servirà ad acquistare biciclette, anche a pedalata assistita, veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica – quali segway, hoverboard e monopattini – e potrà essere impiegato per utilizzare i servizi in sharing.

Inoltre, si pensa di introdurre nel Codice della strada la definizione di Bike Lane, ovvero una corsia con destinazione prioritaria alla circolazione dei velocipedi nella quale è consentita la circolazione anche dei veicoli a motore con numero totale di ruote non superiore a tre, come ad esempio i ciclomotori, i motocicli ed i tricicli. 

Ecobonus e sismabonus al 110%: i superbonus per l’edilizia privata

Nel decreto dovrebbe arrivare anche un superbonus del 110% sia per gli interventi di efficienza energetica (ecobonus) che di adeguamento sismico (sismabonus). Un credito di imposta che andrà a sostenere l’investimento dei proprietari di casa (singoli o in condominio), e che potrà essere utilizzato tramite lo sconto in fattura, senza quindi alcun esborso economico, cedendo la detrazione fiscale all’impresa.

Possibile anche l’estensione del bonus agli interventi sulle facciate, per progetti volti a rendere l’edificio più sostenibile e meno energivoro.

SUPERBONUS PER L’EDILIZIA PRIVATA

Non ha precedenti l’incentivo predisposto dal Governo nel decreto maggio per l’edilizia privata, che dovrebbe scattare da luglio: ecobonus e sismabonus salgono a 110% fino alla fine del 2021.

“L’Italia deve ripartire con un nuovo approccio economico basato sulla sostenibilità ambientale”, ha affermato il sottosegretario Riccardo Fraccaro che da settimane lavora a quella che lui stesso non esita a definire una “svolta storica” per l’edilizia privata. 

Un superbonus, che sarà incluso nel decreto maggio, pari al 110% sia per gli interventi di efficienza energetica (ecobonus) che di adeguamento sismico (sismabonus). 

Un credito di imposta che andrà a sostenere l’investimento dei proprietari di casa (singoli o in condominio), e che potrà essere utilizzato tramite lo “sconto in fattura, senza quindi alcun esborso economico, cedendo la detrazione fiscale all’impresa”.

Ecobonus e sismabonus al 110%

Il superbonus sarà utilizzabile non solo per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici ma anche “per il fotovoltaico, gli accumulatori, l’isolamento delle pareti, gli impianti di riscaldamento a pavimento, gli infissi e tutti gli altri interventi di riqualificazione energetica”, ha spiegato Fraccaro.

L’ecobonus sale così dal 65 al 110%. Anche agli interventi di miglioramento ed adeguamento sismico degli edifici, il cosiddetto sismabonus, la detrazione salirà al 110% (finora oscillava tra il 50 e l’80%).

Ma l’innalzamento delle percentuali non è la sola novità introdotta con il cosiddetto superbonus. Di gran peso è la decisione di ampliare la platea di coloro che possono cedere il credito d’imposta maturato, possibilità oggi consentita solo agli incapienti, e che viene allargata a tutte le famiglie e i condomini. 

Quindi, i contribuenti privi della liquidità necessaria potranno optare per lo sconto immediato in fattura del costo dei lavori. Le imprese potranno poi recuperare la liquidità, dopo aver anticipato la cifra, grazie a un rimborso sotto forma di credito di imposta, che potrà anche essere ceduto alle banche per ottenere immediatamente la liquidità.

Superbonus anche per le facciate

Nel superbonus al 110% potrà rientrare anche chi interviene sulle facciate: “Stiamo pensando di portare nel superbonus anche questo incentivo già esistente ma solo se sarà parte di un progetto più complessivo che rende l’edificio più sostenibile, meno energivoro.


SI’ alla Stabilizzazione per 3 anni di INDUSTRIA 4.0 e fruizione immediata dei crediti di imposta, ma in un secondo decreto di maggio

Il Governo è al lavoro proprio sul piano Transizione 4.0, in particolare su due fronti:

  • il primo è la “stabilizzazione per 3 anni di Industria 4.0 per dare certezze alle imprese”. Un tema su cui si era lungamente discusso in occasione della scorsa legge di bilancio, quando il passaggio dal sistema di super e iperammortamento a quello basato sui crediti di imposta non è stato accompagnato dalla tanto richiesta stabilizzazione pluriennale degli incentivi. Le ragioni erano di carattere economico, perché a stento si erano recuperati i 7 miliardi – questo il valore complessivo del piano Transizione 4.0 – per il 2020. Ma ora le cose sono diverse: in questa prima parte del 2020, anche in assenza di dati ufficiali, è facile immaginare che siano state pochissime le aziende ad aver fatto investimenti. E gli investimenti, soprattutto quelli in tecnologie per la fabbrica intelligente, sono fondamentali in chiave competitività e ripresa.
  • E poi c’è un altro piano, quello finanziario. “Ragioniamo su un anticipo al 2020 dei crediti maturandi nel 2021”. Qui il tema è semplice: l’attuale sistema prevede che gli investimenti in beni strumentali effettuati nel 2020 diano diritto a un credito d’imposta fruibile in 5 anni a partire dal 2021. Anticipare la fruizione del credito al 2020 – al di là di alcuni aspetti tutti da chiarire, soprattutto per i beni 4.0 che devono essere interconnessi e, se superiori a 300.000 euro, periziati – sarebbe un bel vantaggio, traducendosi di fatto quasi in uno sconto sull’acquisto. Il metodo dovrebbe essere quello della cessione del credito alle banche.

L’ultimo annuncio di Patuanelli è che “è in valutazione un aumento delle aliquote per le varie tipologie di credito d’imposta”, ed il Governo è al lavoro per alzare le aliquote più basse, a partire proprio da quel 12% per le spese in ricerca e sviluppo che, a suo avviso, poteva anche raddoppiare.

Non sappiamo se e quando tutte queste idee diventeranno realtà. Molto probabilmente non sarà nell’ex decreto aprile (ormai diventato decreto maggio), ma in un nuovo decreto, previsto sempre per maggio, che dovrebbe chiamarsi “decreto rinascita” le cui risorse dovrebbero però,  arrivare dai fondi europei.

Fonti F.A.S.I. e Innovation Post


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