Contributi e Credito d’imposta per settori Tessile e moda – Turistico – Imprese agricole – Export italiano – Imprenditoria femminile

RAMSES GROUP NEWS n. 159 – 9 marzo 2021

LEGGE DI BILANCIO 2021 Link

Contributi per il settore tessile e moda

In arrivo 5 milioni di euro per sostenere il settore tessile, moda e accessori. E’ stato pubblicato il provvedimento che dà attuazione all’incentivo previsto dal Decreto Rilancio.

L’intervento è riservato alle piccole imprese non quotate, costituite da non più di 5 anni, con particolare riguardo alle start-up che investono nel design e nella creazione.

Tali soggetti devono svolgere almeno una delle attività riportate nell’elenco dei codici ATECO ammessi.

La misura consente di finanziare progetti innovativi e tecnologici per

  • la realizzazione di nuovi elementi di design,
  • l’introduzione di innovazioni di processo produttivo,
  • la realizzazione e l’utilizzo di tessuti innovativi,
  • l’introduzione di innovazioni digitali,
  • progetti ispirati ai principi dell’economia circolare finalizzati al riciclo di materiali usati o all’utilizzo di tessuti derivanti da fonti rinnovabili.

Gli investimenti devono essere compresi fra 50 mila e 200 mila euro.

Rientrano fra le spese ammesse l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica; brevetti, programmi informatici e licenze software; formazione del personale (max 10%), e spese relative al capitale circolante (max 20% per materie prime, servizi, godimento di beni di terzi, personale).

E’ riconosciuto un contributo a fondo perduto nella misura massima del 50 per cento delle spese ammissibili, nel limite dei fondi disponibili.

Le agevolazioni sono concesse sulla base di una procedura valutativa con procedimento a sportello.

La pubblicazione del bando è prevista a breve, e specificherà i termini e le modalità di presentazione delle domande.

PER APPROFONDIMENTI

Fonte gfinance

Credito d’imposta affitti: ulteriori novità per il settore turistico

Il tax credit sulle locazioni è stato esteso anche al 2021, ma non per tutte le attività imprenditoriali. A beneficiare dell’ulteriore bonus sono, infatti, le imprese operanti nel settore turistico ricettivo, i tour operator e le agenzie di viaggio.

Per queste realtà, il credito d’imposta sulle locazioni spetta fino al 30 aprile 2021, andando oltre al riferimento normativo che poneva l’ultimatum del 31 dicembre 2020. Una data che, tuttavia, vincola a sé le attività non operanti nel settore turistico, beneficiarie, quindi, del credito di imposta relativo ai mesi da marzo a giugno 2020, e da ottobre a dicembre 2020, alle condizioni previgenti.

Con la Legge di bilancio 2021, di fatto, si permette alle agenzie di viaggio ed ai tour operator di sfruttare il credito relativamente ai canoni delle mensilità da marzo 2020 ad aprile 2021, indipendentemente dalla collocazione geografica delle attività esercitate, dando un colpo di coda ai decreti Ristori e Ristori bis, che invece li aveva del tutto esclusi.

In onor del vero, già ci aveva pensato il decreto Agosto a includere il mondo del turismo nello spazio del credito d’imposta, ma adesso è possibile sfruttare il bonus anche nelle quattro mensilità successive del 2021.

E se l’impresa è multi-attività? L’estensione sarà valida se l’attività turistico ricettiva, agenzia di viaggio o tour operator è prevalente rispetto alle altre esercitate.

Le condizioni di accesso al credito sono il calo del fatturato con uno scostamento pari ad almeno il 50% rispetto al dato riscontrato nella corrispondente mensilità dell’anno precedente, indipendentemente dal volume di ricavi e compensi registrato nel periodo d’imposta precedente.

La percentuale riconosciuta corrisponde ad una percentuale specifica del canone contrattuale vigente: 60% del canone di contratto di locazione; 30% del canone di contratti di servizi a prestazioni complesse; 30% del canone di contratto di affitto d’azienda relativo ad agenzie di viaggio e tour operator; 50% del canone di affitto d’azienda di strutture turistico ricettive.

Ai fini dell’attribuzione effettiva del credito, rileva il principio di cassa. Pertanto, la fruizione del credito rimane sospesa fino al giorno successivo al versamento della mensilità del canone.

Imprese agricole: credito d’imposta per l’E-commerce

Il credito d’imposta e-commerce rivolto alle imprese agricole è stato esteso al periodo d’imposta 2021-2023 dalla legge di Bilancio 2021. Una manovra che ha le idee ben chiare: accompagnare le aziende agricole Made In Italy nel processo di digitalizzazione, dotandosi di piattaforme per vendere online i propri prodotti.

Una scelta confermata dai fatti: nel 2020, per le aziende – soprattutto i cui servizi sono legati a beni primari – è stato fondamentale essere presenti online per proseguire, se non aumentare, il proprio fatturato di fronte all’immobilità imposta dalla pandemia.

Ecco, dunque, che la nuova manovra finanziaria, convertita di recente in legge, all’articolo 131 – Ecommerce delle imprese agricole – estende il «credito d’imposta del 40% previsto per il sostegno del made in Italy alle reti di imprese agricole e agroalimentari, anche costituite in forma cooperativa o riunite in consorzi o parte delle strade del vino, per la realizzazione e l’ampliamento di infrastrutture informatiche finalizzate al potenziamento del commercio elettronico».

Una normativa che si intreccia con il decreto legge 24 giugno 2014 in materia di interventi per il sostegno del Made in Italy che ha già riconosciuto alle imprese che producono prodotti agricoli, della pesca e dell’acquacoltura, nonché alle piccole e medie imprese che producono prodotti agroalimentari, (anche se costituite in forma cooperativa o riunite in consorzi) un credito d’imposta nella misura del 40% delle spese per investimenti sostenuti per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie, nonché per la cooperazione di filiera.

Il comma 131 della legge di Bilancio 2021 adesso estende tale credito d’imposta al 40% per i periodi d’imposta dal 2021 al 2023, coinvolgendo le reti di imprese agricole e agroalimentari (anche costituite in forma cooperativa o riunite in consorzi o aderenti ai disciplinari delle strade del vino) nella realizzazione e nell’ampliamento di infrastrutture informatiche finalizzate al potenziamento del commercio elettronico.

PER APPROFONDIMENTI

Export italiano: i due nuovi strumenti di Simest a sostegno delle Pmi

Maggiore supporto all’export italiano di beni di investimento e servizi da parte di Simest: a compiere il lungo è la Società italiana per le imprese miste all’estero (Simest, appunto), che eroga due strumenti a sostegno delle imprese esportatrici, facendo leva su risorse gestite per conto del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale.

Si tratta del Contributo su leasing all’esportazione e del Contributo su lettere di credito Export, che si affiancano ai già operativi Contributo export su credito fornitore e Contributo export su credito acquirente.

L’accesso a un ventaglio più ampio di agevolazioni potrà contribuire a consolidare e migliorare il posizionamento all’estero delle imprese nazionali, in particolare Pmi e MidCap, che potranno così confrontarsi a testa alta con i competitor internazionali.

Questo consolidamento è necessario nell’attuale contesto internazionale reso complesso dalla pandemia. Ma la manica larga della Simest non è certo priva di fondamenta: secondo le rivelazioni Sace di fine 2020, si prevede in questi mesi un “rimbalzo statico” delle esportazioni italiane di beni, consequenziale alla forte contrazione appena registratasi.

LE NUOVE MISURE DELLA SIMEST

Il Contributo su Leasing all’Esportazione è un’agevolazione a fondo perduto in conto interessi dedicata a imprese italiane che concedono in leasing a medio lungo termine beni strumentali e relativi servizi. Possono beneficiarne anche le società di leasing italiane che acquistano beni e servizi da produttori italiani per concederli in leasing a controparti estere.

Il Contributo su Lettere di Credito Export, invece, si rivolge alle imprese italiane che richiedono il pagamento delle proprie commesse estere tramite una lettera di credito emessa da una banca estera e finanziata a medio lungo termine da una banca italiana confermante. L’agevolazione ha l’effetto di rendere più competitivo il tasso d’interesse dell’operazione.

TUTTO SU INTERNAZIONALIZZAZIONE SIMEST

Bonus pubblicità al 50% fino al 2022

La Manovra 2021 introduce una proroga al Bonus pubblicità, così che, fino al 2022, sarà concesso nella misura unica del 50% della spesa sostenuta, sulla scia di quanto disposto dai decreti Cura Italia e Rilancio. L’obiettivo è fronteggiare il calo degli investimenti pubblicitari a seguito dell’emergenza Covid, permettendo così alle imprese di veicolare per mezzo stampa la comunicazione della propria attività e professione.

A CHI SI RIVOLGE? Il bonus pubblicità è rivolto a imprese, lavoratori autonomi ed enti non commerciali, che hanno effettuato o intendono fare investimenti pubblicitari sulla stampa quotidiana e periodica, anche online.

DETTAGLI. Per far fronte alla riduzione degli investimenti pubblicitari a causa della crisi Covid, la Manovra 2021 intende dare continuità al regime straordinario del bonus pubblicità previsto per il 2020 dal Governo,  confermandolo anche per il 2021 e il 2022.

Questo significa che per il biennio 2021-2022 il credito d’imposta sarà concesso nella misura unica del 50% del valore assoluto, bypassando, dunque, la forma “a regime”, che invece concedeva bonus nella misura del 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati.

L’agevolazione sarà concessa entro il limite massimo di 50 milioni di euro per ciascuno anno. Di conseguenza, il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione sarà incrementato di 50 milioni di euro sia per il 2021 che per il 2022.

L’incentivo potrà essere richiesto all’Agenzia delle Entrate, una volta stabiliti i termini per la presentazione delle domande.

La domanda da porsi, però, accenderebbe i riflettori sulla pubblicità via social, che pare essere la più apprezzata dall’utenza poiché, predisposto il budget, si va a raggiungere ugualmente un ampio pubblico.

Dunque, perché non estendere il Bonus Pubblicità anche alle piattaforme più utilizzare per veicolare il proprio messaggio imprenditoriale? Che forse sia questa la nuova frontiera a cui tendere? O ci sono interessi maggiori da tutelare?

TUTTO SU BONUS PUBBLICITA’

Legge di Bilancio 2021: istituito nuovo fondo per l’imprenditoria femminile

Al fine di favorire la diffusione dell’imprenditoria femminile, il Governo, nel corpo della Legge di Bilancio 2021, ha previsto l’istituzione di un nuovo Fondo presso il Ministero dello Sviluppo Economico, prevedendo contributi a fondo perduto ma anche finanziamenti a tasso zero o agevolato.

Lo scopo è quello di sostenere l’avvio e il rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale di imprese e start up a vocazione femminile, diffondere i valori di imprenditoria e lavoro tra la popolazione femminile, promuovere programmi di formazione e orientamento verso materie e professioni in cui la presenza delle donne va adeguata alle indicazioni comunitarie e nazionali e quindi massimizzare il contributo qualitativo e quantitativo delle donne allo sviluppo economico e sociale del Paese.

La scelta del Governo si è resa necessaria perché, come i dati a livello nazionale ed internazionale segnalano, sono ancora troppo poche le donne che scelgono di creare un’impresa, di avviare una start up, di intraprendere studi scientifici.

L’obiettivo prioritario è, dunque, quello di definire un insieme di strumenti capaci di intervenire su profili quali la nascita di imprese, l’assistenza all’attività imprenditoriale, uno specifico supporto alle start up ad elevato contenuto tecnologico e una promozione delle azioni condotte a livello regionale.

Pertanto il Fondo non risulta esclusivamente finalizzato a sostenere l’avvio di attività o a rafforzare finanziariamente quelle esistenti, ma anche e soprattutto a diffondere la cultura imprenditoriale tra le donne, anche finanziando e sostenendo la loro formazione.

La dotazione finanziaria del Fondo è stabilita in 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022.

Gli strumenti previsti al fine di diffondere l’imprenditoria femminile sono, quindi, diversi.

Quelli volti a supportare l’avvio dell’attività, gli investimenti e il rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale delle imprese femminili, con specifica attenzione ai settori dell’alta tecnologia possono essere:

a) contributi a fondo perduto per avviare imprese femminili, con particolare attenzione alle imprese individuali e alle attività libero professionali in generale e con specifica attenzione a quelle avviate da donne disoccupate di qualsiasi età;

b) finanziamenti a tasso zero, finanziamenti agevolati, combinazioni di contributi a fondo perduto e finanziamenti per avviare e sostenere le attività di imprese femminili;

c) incentivi per rafforzare le imprese femminili, costituite da almeno 36 mesi, sotto la forma di contributo a fondo perduto del fabbisogno di circolante nella misura massima dell’ottanta percento della media del circolante degli ultimi 3 esercizi;

d) percorsi di assistenza tecnico-gestionale, per attività di marketing e di comunicazione durante tutto il periodo di realizzazione degli investimenti o di compimento del programma di spesa, anche attraverso un sistema di voucher per accedervi;

e) investimenti nel capitale, anche tramite la sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi, a beneficio esclusivo delle imprese a guida femminile tra le start up innovative di cui all’art. 25 del D.L. n. 179 del 2012 e delle PMI innovative di cui all’articolo 4 del D.L. n. 3/2015, nei settori individuati in coerenza con gli indirizzi strategici nazionali;

f) azioni di comunicazione per la promozione del sistema imprenditoriale femminile italiano e degli interventi finanziati attraverso le norme del presente articolo.

Ulteriori strumenti sono, invece, indirizzati alla diffusione della cultura imprenditoriale nel mondo femminile e alla realizzazione di programmi di formazione, per cui si prevedono:

a) iniziative per promuovere il valore dell’impresa femminile nelle scuole e nelle Università;

b) iniziative per la diffusione di cultura imprenditoriale tra le donne;

c) iniziative di orientamento e formazione verso percorsi di studio STEM;

d) iniziative di sensibilizzazione verso professioni tipiche dell’economia digitale;

e) azioni di comunicazione per diffondere la cultura femminile d’impresa e promuovere i programmi finanziati dallo stesso Fondo.

A questo punto, occorre attendere il Decreto attuativo del Ministro dello Sviluppo Economico, da adottarsi di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di Bilancio 2021, il quale individuerà la ripartizione della dotazione finanziaria tra i diversi interventi, le modalità di attuazione, i criteri e i termini delle agevolazioni previste, ivi incluse le azioni di controllo e monitoraggio.

Inoltre, il Ministero dello Sviluppo Economico presenta annualmente al Parlamento una relazione sull’attività svolta e sulle possibili misure da adottare per risolvere le problematiche di partecipazione della popolazione femminile alla vita economica ed imprenditoriale del Paese.

Infine, viene istituito, presso il MISE, il Comitato Impresa Donna con il compito di:

  • attualizzare le linee di indirizzo per l’utilizzo delle risorse del Fondo;
  • formulare raccomandazioni relative allo stato della legislazione e dell’azione amministrativa, nazionale e regionale, in materia di imprenditorialità femminile e più in generale sui temi della presenza femminile nell’impresa e nell’economia;
  • contribuire alla redazione della menzionata relazione annuale e condurre analisi economiche, statistiche e giuridiche relative alla questione di genere nell’impresa.

La partecipazione al Comitato è a titolo gratuito, non sono previsti compensi, gettoni di presenza, rimborsi spese e altri emolumenti comunque denominati ai suoi partecipanti.

Le premesse per massimizzare il contributo qualitativo e quantitativo delle donne allo sviluppo economico e sociale del Paese sono poste, sperando non vengano disattese. 

APPROFONDIMENTI

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